Fiorini: il centrodestra vuole vincere

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Benedetta Fiorini, reggiana, nella scorsa legislatura parlamentare della Lega a Montecitorio, sposata e mamma, si divide tra Roma, dove vive, e l’Emilia, dov’è nata e cresciuta. “Oggi mi occupo di relazioni istituzionali – spiega -. Sono tornata al mio lavoro che, a parte la parentesi parlamentare in cui ho assolto l’incarico senza alcuna pausa, ho sempre fatto e che mi ha sempre appassionato”.

L’ex deputata del Carroccio oggi ha stravinto il sondaggio per le primarie di 24Emilia sul candidato sindaco del centrodestra a Reggio Emilia con una percentuale che definire bulgara sarebbe riduttivo, ben oltre il 90% del gradimento.

“Ringrazio tutti i lettori di 24Emilia, i reggiani e le persone in generale che hanno espresso la loro preferenza nei miei confronti”, dice commentando l’esito del voto online che si è appena chiuso.

Onorevole Fiorini, lei si candiderebbe a sindaco di Reggio Emilia, la sua città, alle comunali del 2024?

“Non mi sono mai tirata indietro nelle sfide che mi sono state proposte sia professionalmente sia politicamente. Anche quando erano giudicate difficili o addirittura impossibili, ho sempre scelto di giocare la partita, senza risparmiarmi e con impegno totale”.

A che punto è la scelta del candidato nel centrodestra?

“Sarà tutto il centrodestra a decidere. Stiamo valutando alcuni profili autorevoli, sia provenienti dalla società civile sia tra personalità cresciute all’interno dei partiti. Posso dire che alla fine, la sintesi, sarà una scelta condivisa dai vertici della coalizione”.

Ma secondo lei, ci sono più probabilità si tratti di un candidato civico o di partito?

“La coalizione di centrodestra vuole vincere. Serve una persona capace e che abbia a cuore il futuro della città e di tutti i reggiani. Una persona che voglia far crescere Reggio Emilia, per riportare il livello della vita, delle infrastrutture e dei servizi alla qualità che ci meritiamo, che affronti con serietà i problemi della nostra città e soprattutto che ascolti i cittadini e ne capisca i bisogni e le necessità”.

Tornando al sondaggio di 24Emilia, perché la maggioranza degli esponenti del centrodestra hanno fatto a gara per ritirarsi? Timidezza, paura? Eppure sono politici o personalità che hanno una dimensione pubblica, non trova questa loro scelta paradossale?

“Io ho partecipato al sondaggio. Le ragioni per cui altri avrebbero voluto ritirarsi non le conosco. Dovrebbe chiederlo ai diretti interessati”.

Prendiamo atto che i sondaggi spaventano il centrodestra.
Un’ultima domanda: a ogni tornata amministrativa, la vostra coalizione si dice certa che questa sarà la volta buona, vinceremo a Reggio Emilia. Ma se la profezia da 78 anni non si avvera, qualche ragione di fondo ci sarà. Ecco, allora, perché proprio il 2024, secondo lei, dovrebbe essere l’anno della svolta?

“Penso che l’alternanza faccia bene e renda vitale la vita delle amministrazioni e delle istituzioni, qui da noi purtroppo è sempre mancata. La gente però capisce che i tempi sono cambiati e le esigenze pure.
È il momento di dar spazio a persone, energie ed idee nuove: la sinistra ha fallito e per il bene della città è giunto il momento che si faccia da parte”.

(f.d.b.)



Ci sono 2 commenti

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  1. Rinaldo

    Ancora troppi interessi avviluppano PD/Sinistra in genere/Cooperative/Artisti/Curatori di Mostre ed eventi culturali/Istituzioni culturali in genere/sScuola/etc., sedimentati e cementificati da quasi 80 anni (ottanta!!) di dominio assoluto. Penso che, per ancora un decennio almeno, le cose rimangano cosi’ come sono o con piccole correzioni. Il piddino reggiano manda giù tutto, tanto la figlia lavora alla Coop, il genero in Comune, la moglie lavora all’Unipol, il consuocero frequenta tutti i giorni Istoreco. Perchè dovrebbe tagliarsi le balle da solo ?

    • ANTONIO REVERBERI

      Concordo con Rinaldo, ma aggiungo che si sta facendo strada una frangia di popolazione che li ha sempre votati ed è sempre più numerosa e “silente”. Gente stanca dei soliti volti noti, degli amici degli amici, dello storytelling politico e culturale che non rispecchia la vita quotidiana e l’economia reale. Storytelling portato avanti da questa Giunta con uno stile vanaglorioso e monocratico soprattutto negli ultimi anni, forse per consapevole paura che il loro tempo sta esaurendo.

      I reggiani al voto dovranno affrontare il timore del cambiamento qualunque esso sia, soppesandolo con la consapevolezza (e la frustrazione interiore) che votare “il solito” non cambierà mai le cose.

      La storia insegna che nulla è eterno. Il PD questa volta perderà. E spero che i politici locali, che tanto avidamente (e di nascosto) leggono questa testata, per una volta non reagiscano a questo commento facendo spallucce ma asciugandosi la fronte imperlata di freddo sudore.


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