Reggio, centro: nuovo look per 33 palazzi

Sono 33 i palazzi del centro storico che nel corso del 2018 verranno valorizzati con il recupero o la risistemazione degli intonaci delle loro facciate, con investimenti privati stimolati dal contributo messo in campo dal Comune di Reggio Emilia – è la sinergia pubblico-privato che continua a produrre risultati importanti – per favorire la riqualificazione e il decoro urbano della parte più antica della città.

 
Per storia e valenza culturale, sociale, simbolica, il centro storico è il quartiere di tutti, è la parte più condivisa della città. Perciò la cura del patrimonio pubblico qui ha più che mai una valenza e una ricaduta di interesse pubblico.
 
L’Amministrazione comunale dunque, nell’ambito del Piano strategico di valorizzazione del centro storico, ha deciso di mettere a disposizione, attraverso un Bando pubblicato nei mesi scorsi, 300mila euro di contributi per incentivare il recupero di beni che, seppur privati, sono al contempo di pubblico interesse poiché affaccianti su pubblica via e in quanto tali in grado di incidere sulla qualità urbana della città.
 
Complessivamente i 33 interventi finanziati (con contributo massimo pari al 30% del costo sostenuto dai privati) consentiranno di riqualificare oltre 13.000 metri quadrati di facciate prospicienti la pubblica via o piazza e genereranno un investimento privato complessivo pari a oltre 1,3 milioni di euro.
 
"E’ il risultato di un modo di lavorare della città, stabile e concreto – ha detto il sindaco Luca Vecchi, presentando gli esiti del Bando – ovvero: la collaborazione fra cittadini e Amministrazione che genera innovazione, sulla base di una precisa visione strategica di città, e dunque la valorizzazione della prossimità che genera cura e qualità urbana. E’ avvenuto nei quartieri, con i 100 interventi diffusi e indicati in prevalenza dai residenti, che abbiamo presentato ieri; avviene oggi con la proposta del Comune, basata su una forte strategia di valorizzazione del Centro storico, che ha intercettato disponibilità sul recupero delle facciate e innescato una nuova integrazione fra pubblico e privato, in un quadro di riqualificazione di interesse pubblico.
 
"Il nostro centro storico – ha aggiunto il sindaco – vive da un decennio un’evoluzione virtuosa sotto vari profili, compresi quelli della riqualificazione edilizia privata e della residenzialità, che appartiene a quel processo di rilancio del centro, non immediato trattandosi di un organismo delicato e complesso, che si sta attuando. Quella del ‘Bando facciate’ è un’esperienza positiva, il cui esito ci spinge a proseguire in questa direzione".
 
"La qualità urbana è nostro obiettivo e costituisce l’interesse pubblico dell’azione sulle facciate – ha spiegato l’assessore alla Rigenerazione, Alex Pratissoli – E raggiungere il recupero di 13.000 metri quadrati di facciate costituisce un buon contributo alla qualità urbana. L’insieme delle misure, messe in campo negli ultimi anni sul tema della rigenerazione e della valorizzazione del centro storico anche attraverso la riqualificazione degli immobili, ha permesso di registrare numeri senza precedenti rispetto alla quantità di interventi di recupero degli edifici e all’insediamento di nuove funzioni residenziali, commerciali e terziarie, principalmente professioni e servizi alle persone e alle imprese.
 
"Nel triennio 2015-2017 sono stati conclusi nel solo centro storico di Reggio Emilia – ha concluso l’assessore – oltre 860 cantieri per la riqualificazione di immobili privati e il 40% degli interventi è stato di ristrutturazione complessiva dell’immobile, e parliamo di immobili spesso di considerevoli dimensioni. Riqualificare significa spesso dotare di senso e funzioni gli immobili e riabitare i luoghi, gli spazi pubblici e privati. La partnership pubblico-provato, forte su altri ‘capitoli’ del centro storico, sul tema delle facciate ha dato esiti anche per noi inattesi: buon segno, andiamo avanti nella piena trasparenza data da una leggibile diversità di ruoli, che collaborano su obiettivi pubblici condivisi".
 
Il direttore dell’Area competitività e innovazione del Comune, Massimo Magnani, ha presentato i diversi punti di intervento sulle facciate, in relazione alle riqualificazioni degli spazi pubblici di prossima realizzazione in centro storico, suddividendoli il tre ambiti:
 
– corso Garibaldi, con edifici religiosi e civili di pregio, lungo il quale è previsto fra l’altro l’intervento su palazzo Rangone, chiesa del Cristo e palazzo Spalletti, che genererà il recupero di una cortina edilizia storica in sequenza continua, in affaccio sulla piazza del Cristo di prossima riqualificazione pubblica;
 
– piazze San Prospero e Fontanesi, via Toschi e tratto centrale della Via Emilia: l’ambito più centrale della città antica;
 
– l’asse di via Roma, a nord del Centro storico.
 
Di seguito una descrizione dettagliata degli oggetti di intervento.
 
E’ un’azione di riqualificazione urbana diffusa.
 
Tra gli edifici che usufruiranno del contributo vi sono infatti alcuni immobili grande valenza storica e architettonica quali il palazzo Vescovile, alcuni stabili che si affacciano lungo il corso Garibaldi e via Ariosto – palazzo Cosselli, palazzo Rangone, palazzo Spalletti e la barocca e scenografica chiesa del Cristo – la cui riqualificazione si contestualizza con le opere di riqualificazione e valorizzazione finanziate dal ministero dei Beni e delle Attività culturali-Turismo (Mibact) per le piazze Gioberti e Roversi (del Cristo) e della stessa via Ariosto, con il progetto ‘Ducato Estense – Passeggiata settecentesca’.
 
E vi sono interventi previsti sulle facciate di edifici più appartati ma non meno significativi quali l’antica dimora dei Malaguzzi (Daria fu madre di Ludovico Ariosto) tra via Palazzolo e vicolo delle Rose, inoltre palazzo Omozzoli Parisetti e palazzo Calvi di Coenzo in via Toschi; altri immobili nelle vie Ferrari Bonini, Guido da Castello, Vittorio Veneto, San Giuseppe, Resti, Cantarana, Maccari, Crispi, Reverberi.
 
Ancora: edifici in piazza della Vittoria e piazza San Prospero, sei edifici posti sulla Via Emilia tra San Pietro e Santo Stefano fra cui l’antico palazzo Linari di via Emilia Santo Stefano, due edifici di piazza Fontanesi all’angolo rispettivamente con via San Carlo e via Campo Marzio, tre edifici in via Roma tra cui palazzo Guidotti, sede della Camera del Lavoro, e palazzo Maria Melato; la chiesa di San Giovanni Evangelista, nota come chiesa di san Giovannino (all’interno bellissimi affreschi e quadri di maestri del Seicento e un quattrocentesco Mortorio di Cristo in terracotta policroma, pregevole opera di Guido Mazzoni).
 
Vi sono due mesi di tempo per avviare i cantieri. L’avvio dei primi cantieri è previsto in febbraio e la loro conclusione è prevista entro l’anno. Nel caso di eventuali rinunce o di lavori per importi inferiori a quelli dichiarati in sede di richiesta di contributo, è previsto lo scorrimento della graduatoria – è appunto una ‘graduatoria aperta’ per 36 mesi – con la possibilità di finanziare interventi al momento esclusi dal contributo. Su 53 richieste di contributo pervenute, sono 46 gli interventi ammessi in graduatoria, per cui – al netto dei 33 in attivazione – ci sono 13 edifici oggi in lista di attesa.
 
I contributi per la riqualificazione delle facciate rafforzano ulteriormente le azioni e gli strumenti messi in campo in questi anni dall’Amministrazione comunale per sostenere la rigenerazione del centro storico quale patrimonio identitario collettivo, sia attraverso interventi di riqualificazione di edifici e luoghi pubblici, come piazze e strade, sia stimolando l’iniziativa privata e i proprietari degli immobili, il cui ruolo è determinante per il complessivo miglioramento della qualità urbana della città.
 
In tema di strumenti e incentivi alle riqualificazioni, ha ricordato lo stesso assessore Pratissoli, la variante al Regolamento urbanistico ed edilizio (Rue) approvata dal Consiglio comunale nel 2016 ha introdotto una serie di modifiche normative a favore dei processi di recupero dell’esistente che si sono rivelate particolarmente allettanti per i privati poiché comportano: la flessibilità di insediamento di differenti usi nei diversi piani di un edificio e una deroga alle altezze per le funzioni commerciali e residenziali; la definizione degli usi non ammessi anziché l’individuazione puntuale degli usi consentiti, anche nei piani interrati, dando pertanto maggiore dinamicità alle possibilità di nuovi insediamenti e la trasformazione di quelli esistenti; l’esclusione della necessità di monetizzare i parcheggi pubblici per le funzioni residenziali e quelle prevalenti commerciali con un risparmio di 3mila euro ad alloggio; la gratuità della Cosap (Canone per l’occupazione di suolo pubblico) per i primi due mesi di cantiere; la possibilità di recuperare terrazzi in falda e insediare l’uso di parcheggi in strutture non vincolate; a fronte della riqualificazione delle facciate su pubblica via, diventa possibile trasformare, in modo non oneroso, una eguale quantità di superficie accessoria in superficie utile.
 
Nella cosiddetta città storica, ovvero il tessuto urbano consolidato immediatamente fuori dal perimetro delle antiche mura (circonvallazione), è inoltre prevista la possibilità di modificare la categoria di intervento sugli edifici, previo parere della Commissione qualità architettonica, favorendo in tal modo interventi di rigenerazione più profondi, che comportino anche demolizione e ricostruzione.
 
A queste misure si aggiungono inoltre gli incentivi economici per gli interventi di ristrutturazione approvati nel 2015, che hanno comportato una riduzione del 50% degli oneri per tutte le ristrutturazioni e manutenzioni straordinarie onerose, con risparmi superiori a 10.500 euro per 100 metri quadrati rispetto alla nuova costruzione.