Ramiseto. Pestaggio selvaggio e torture psicologiche alla compagna, 43enne in carcere

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Mesi di soprusi, angherie e violenze subite da una 38enne da parte del compagno che da un anno circa e in diverse occasioni ha umiliato, offeso, minacciato, preso a calci, pugni la compagna e in un caso lanciandole un cucchiaio rovente con lesioni valutate guaribili in 63 giorni.

Il responsabile è un 43enne reggiano, la vittima una 38enne che, esasperata per quanto subiva, si è addirittura rovesciata addosso una tanica di benzina per darsi fuoco, senza fortunatamente riuscire nell’intento.

Vere e proprie vessazioni fisiche e psicologiche quelle compiute dall’uomo nei confronti della compagna, anche davanti al figlio minore, a seguito delle quali, i carabinieri in forza alla stazione di Ramiseto e al nucleo operativo di Castelnovo Monti, a cui la donna nel corso di una sofferta deposizione ha raccontato i fatti, hanno denunciato alla Procura di Reggio Emilia il compagno per i reati di maltrattamenti in famiglia aggravati e lesioni personali e sequestro di persona.

La Procura della Repubblica, condividendo poi le risultanze investigative dei carabinieri ha richiesto e ottenuto dal gip del tribunale di Reggio Emilia l’applicazione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere che nella mattinata di domenica è stata eseguita dai carabinieri del nucleo operativo di Castelnovo Monti e della stazione di Ramiseto che hanno arrestato il 43enne.

Dalle indagni è emerso come l’uomo dal mese di ottobre del 2022 per futili motivi maltrattasse la convivente alla presenza di suo figlio minore con manifestazioni di aggressività fisica e psicologica divenute quotidiane, fino a chiuderla in casa e impedirle di uscire in sua assenza, non permettendole di avere contatti con i suoi familiari, impedendole di usare il telefono e costringendola a rimuovere i profili social.

Numerose le occasioni in cui l’ha picchiata con schiaffi, calci e pugni. Un giorno dopo averla presa a calci e schiaffi l’ha scagliata giù dal letto cercando di strangolarla e dopo averla trascinata in bagno le metteva la testa nella vasca da bagno colma di acqua. In un’altra circostanze le ha lanciato verso gli occhi un cucchiaio rovente che la donna scansava con le mani riportando ustioni ancora visibili.

L’ultimo gravissimo episodio avvenuto ad agosto ha visto la donna essere picchiata in auto, per poi costretta a scendere e obbligata a camminare a quattro zampe. Risaliti in macchina alla richiesta di un po’ d’acqua l’uomo arrestava la marcia nuovamente trascinando la compagna giù dalla macchina afferrandola per i capelli e schiacciandole la faccia sull’asfalto e ponendosi con il suo corpo sopra di lei. Rientrati a casa la colpiva con schiaffi e pugni scaraventandola a terra e tentando di soffocarla con un braccio, facendole perdere i sensi per alcuni secondi e una volta ripresasi continuava a picchiarla con un tubo di alluminio chiudendo la porta del corridoio per impedirle di fuggire, cosa che riusciva a fare il giorno successivo chiedendo aiuto ai carabinieri.

Per quest’ultimo episodio la donna ricorsa alle cure mediche veniva ricoverata e poi dimessa con una prognosi di 63 giorni.