Prosegue l’allerta smog in Emilia-Romagna: misure emergenziali prorogate ancora fino al primo marzo

smog inquinamento bicicletta

Non accenna a diminuire l’allarme per la situazione dell’inquinamento in Emilia-Romagna: il bollettino dell’Arpae di venerdì 26 febbraio ha decretato l’ulteriore prolungamento dell’allerta smog in tutta la regione, prevedendo futuri sforamenti del valore massimo giornaliero delle polveri sottili Pm10 (oltre il limite di legge fissato a 50 µg/m3) nelle stazioni di rilevamento di tutte le province emiliano-romagnole.

Secondo il nuovo modello predittivo, che segnala in anticipo il rischio di raggiungimento dei livelli di allerta, da Piacenza a Rimini tutte le province sono ancora da “bollino rosso”: sono dunque state prorogate le misure emergenziali per il contenimento degli inquinanti e la salvaguardia della qualità dell’aria previste dalla manovra antinquinamento Pair 2020 della Regione Emilia-Romagna.

Le misure, in vigore ininterrottamente dallo scorso 20 febbraio, rimarranno valide almeno fino a lunedì primo marzo (compreso), giorno in cui sarà emesso il prossimo bollettino di monitoraggio dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale, che determinerà per ciascun territorio provinciale l’eventuale fine del regime emergenziale o l’ulteriore rinnovo delle misure.

Le restrizioni emergenziali, che riguardano i principali Comuni che hanno aderito all’accordo, ovvero i capoluoghi di provincia e i centri con una popolazione superiore ai 30mila abitanti, prevedono limitazioni alla circolazione per i veicoli più inquinanti (fino ai diesel Euro 4) nei centri urbani dalle 8.30 alle 18.30, il divieto di sosta con motore acceso per tutti i veicoli, il potenziamento dei controlli sui mezzi circolanti.

E ancora: l’obbligo di ridurre le temperature di almeno un grado centigrado negli ambienti di vita riscaldati, fino a massimo di 19° C nelle case, negli uffici, nei luoghi per le attività ricreative associative o di culto e nelle attività commerciali e fino a un massimo di 17° C nei luoghi che ospitano attività industriali e artigianali; il divieto di utilizzo di generatori di calore a biomassa legnosa per il riscaldamento domestico (se è presente un impianto di riscaldamento alternativo) con classe di prestazione emissiva minore di 4 stelle; il divieto assoluto di combustione all’aperto (residui vegetali, falò, barbecue, fuochi di artificio, etc.) e il divieto di spandimento di liquami zootecnici (con l’eccezione di quello effettuato con interramento immediato dei liquami e con iniezione diretta al suolo).