Pirateria, smantellata rete di streaming illegale: 21 indagati, uno anche a Reggio Emilia

polizia postale e delle comunicazioni

Ventun indagati – uno dei quali anche a Reggio Emilia – e 50.000 account bloccati, da Catania ad Alessandria, che avevano un accesso illegale alle piattaforme private a pagamento: da Sky a Dazn, da Mediaset ad Amazon Prime e Netflix. E’ il risultato della vasta operazione contro la pirateria audiovisiva con perquisizioni in diverse città italiane nei confronti di 21 persone condotta dalla polizia su disposizione della Procura distrettuale della Repubblica-Dia di Catania.

Secondo gli investigatori l’organizzazione avrebbe avuto illeciti guadagni per circa 6 milioni di euro al mese. Il decreto per le perquisizioni eseguite da diversi Centri operativi per la sicurezza cibernetica della Polizia postale è stato emesso dal procuratore aggiunto di Catania, Sebastiano Ardita, e dal sostituto procuratore Francesco Camerano.

Le indagini hanno permesso di delineare l’esistenza di una associazione criminale organizzata in modo gerarchico secondo ruoli distinti e ben precisi e con promotori distribuiti sul territorio nazionale e all’estero, avente come finalità la costante distribuzione, a un elevatissimo numero di utenti, in ambito nazionale e internazionale, di palinsesti live e contenuti on demand protetti da diritti televisivi, di proprietà delle più note piattaforme televisive quali ad esempio Sky, Dazn, Mediaset, Amazon Prime, Netflix, attraverso il sistema delle Iptv illegali, con profitti mensili per svariati milioni di euro. Le condotte illecite sono state consumate in un lungo arco temporale e sono state interrotte grazie all’operazione in corso.
Al fine di eludere le indagini, gli indagati hanno fatto uso di applicazioni di messaggistica crittografata, identità fittizie e documenti falsi; quest’ultimi sono stati utilizzati anche per l’intestazione di utenze telefoniche, di carte di credito, di abbonamenti televisivi e noleggio di server. Riscontrata la presenza su varie piattaforme social di canali, gruppi, account, forum, blog e profili che pubblicizzavano la vendita, sul territorio nazionale, di flussi, pannelli ed abbonamenti mensili per la visione illegale dei contenuti audiovisivi fruibili anche attraverso numerosi siti illegali di “live streaming”.

Sono 21 le persone al momento indagate (attive nelle città di Catania, Messina, Siracusa, Cosenza, Alessandria, Napoli, Salerno, Reggio Emilia, Pisa, Lucca, Livorno e Bari) a cui la Procura etnea contesta a vario titolo reati quali associazione per delinquere a carattere transnazionale finalizzata alla diffusione di palinsesti televisivi ad accesso condizionato, danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici, accesso abusivo ad un sistema informatico, frode informatica.

L’operazione, che si è avvalsa dell’ausilio del personale dei centri operativi sicurezza cibernetica di Reggio Calabria, Torino, Napoli, Bologna, Firenze, Roma e Bari, ha consentito di inibire il flusso illegale delle IPTV e dei siti di live streaming.



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