Reggio. Pd, al lavoro e alla lotta

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Ci vorrebbe coraggio, invece regna nel PD provinciale (per limitarmi al locale), il mio partito, la politica del silenzio. La dirigenza tace su tutto, il segretario Costa posta su fb foto di una famiglia felice, la sua. Ostenta serenità. Ma qualcosa stride.
Narrare quanto siamo bravi a governare il territorio non paga. Le ultime elezioni in Trentino Alto Adige sono un segnale di un certo peso. Sembriamo aver introiettato il fatto che il simbolo del PD non paghi. E probabilmente a tutt’oggi è così. Tuttavia le strade sono due: o si accetta questo fatto e si va alle elezioni camuffati in comitati, associazioni varie oppure si rivendica la propria appartenenza, si riconoscono con umiltà sia le scelte giuste compiute sia gli errori commessi e si va alla battaglia cercando alleanze politiche e sociali.

Se scegliamo il primo caso siamo già morti, se scegliamo il secondo ingaggeremo una battaglia politica che si può perdere, naturalmente, ma avremo la certezza di non essere semplicemente evaporati senza lasciare la benché minima traccia visibile sul terreno.
È necessario occupare, perciò, luoghi fisici urbani quali la zona stazione (piazzale Marconi), la zona dei Teatri e Universitaria, piazza Vallisneri, le zone della periferia (Mediopadana compresa) più difficili ma anche i punti più tradizionali delle città (piazza del Monte, Fontanesi, Prampolini ecc.); occupare gli spazi davanti ai luoghi di lavoro e di socialità come, ad esempio, l’Esselunga in città.

Con che cosa? Offrendo insieme ai temi politici caldarroste e vin brulé. E con megafoni lanciare messaggi forti e chiari; raccolta di firme; con tazebao, con grandi fogli bianchi su cui chi vuole può scrivere un proprio pensiero, ecc.
Immigrazione e sicurezza, trasporto pubblico e mobilità, ambiente e raccolta rifiuti, scuola e innovazione, welfare e ammortizzatori sociali, ecc. sono le cose che mi vengono in mente ma ce ne sono sicuramente altre. Dobbiamo essere imprevedibili, stavo per dire situazionisti…
Una politica di strada che dovrebbe vedere Sindaco, giunta, consiglieri comunali, dirigenti del PD impegnati attivamente e in certe zone, ad esempio quella della stazione di piazzale Marconi, il sindaco dovrebbe andarci spesso, e per rafforzare il significato della sua presenza dovrebbe farsi accompagnare da agenti della polizia municipale.

Questo invito al pragmatismo, tuttavia, senza una politica culturale, e il PD ha nel suo DNA culture forti, sarebbe zoppo. Allora perché non promuovere uno studio sulle povertà, sulle situazioni di disagio sociale ecc. presenti sul territorio comunale/provinciale; organizzare incontri sui “lavori”, in accordo con sindacati e associazioni; su scuola università e innovazione (rapporto città-università, ruolo degli investimenti nei settori dell’istruzione e della cultura ai fini dell’incremento dell’occupazione e della crescita economica); sulla storia politica, sociale, economica della provincia; su sicurezza e immigrazione insieme ai comitati di cittadini presenti in città?

di Glauco Bertani