Passo avanti dei gessi dell’Emilia-Romagna verso l’ingresso nella lista 2023 del Patrimonio mondiale Unesco

dolina monte Mauro vena del gesso Romagna

Dopo una settimana di sopralluoghi e incontri per conoscere da vicino lo straordinario patrimonio ambientale, storico e culturale dei gessi, si è conclusa la visita della commissaria dell’Unesco Gordana Beltram in Emilia-Romagna, un passaggio previsto dalla procedura che – in caso di esito positivo – potrebbe portare la prossima estate all’ambito ingresso dei gessi emiliano-romagnoli nella lista del Patrimonio mondiale dell’umanità Unesco 2023.

Per la commissaria Beltram, ricevuta dal presidente della Regione Stefano Bonaccini e dall’assessora regionale alla programmazione territoriale Barbara Lori, è stata l’occasione per toccare con mano un fenomeno dalle caratteristiche uniche come il carsismo nelle evaporiti e nelle grotte dell’Appennino settentrionale, ma anche per incontrare le comunità locali.

Sono sette i siti emiliano-romagnoli, sparsi tra le province di Reggio, Bologna, Rimini e Ravenna: l’alta valle del Secchia, la bassa collina reggiana, i gessi di Zola Predosa, i gessi bolognesi, la vena del gesso romagnola, le evaporiti di San Leo e i gessi della Romagna orientale, tutte aree accomunate dalla presenza di rocce che si sono formate nel corso dei millenni in seguito all’evaporazione delle acque marine che ricoprivano queste zone e alla concomitante concentrazione dei sali minerali, tra cui appunto il gesso.

La decisione del consiglio direttivo della commissione nazionale per l’Unesco di proporre il carsismo emiliano-romagnolo come candidatura italiana alla lista del Patrimonio mondiale dell’umanità per il 2023 risale allo scorso gennaio. L’iter di valutazione si concluderà nell’estate del 2023 con il pronunciamento definitivo del comitato internazionale dell’Unesco.

“Con grande orgoglio abbiamo illustrato alla signora Beltram le caratteristiche dei gessi emiliano-romagnoli, un fenomeno studiato in tutto il mondo e di grande suggestione oltre che di indubbio interesse scientifico, testimonianza insostituibile dell’evoluzione della Terra”, hanno sottolineato Bonaccini e Lori. Una candidatura, quella emiliano-romagnola, “di alto profilo e con le carte in regola per concorrere a un così prestigioso riconoscimento. Una scelta che ci onora e dalla quale potrebbe arrivare un’ulteriore occasione di valorizzazione e di promozione del nostro patrimonio ambientale”.