Nel 2024 oltre cinquemila donne si sono rivolte ai centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna

violenza domestica – P

Nel 2024 le donne che si sono rivolte ai quindici centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna sono state complessivamente 5.358: quasi tutte, il 93,8%, per denunciare di essere state vittime di un qualche tipo di violenza. Tra queste ultime, in 3.507 casi (il 69,8%) si è trattato del primo accesso ai centri antiviolenza, mentre 1.518 donne (il 30,2%) erano in percorso già dagli anni precedenti.

Rispetto al 2023, il totale delle donne accolte è cresciuto del 10,4%. Un aumento che dipende solo in parte dai nuovi accessi del 2024: le donne che hanno denunciato per la prima volta di aver subìto violenza sono aumentate infatti del 3,7% (124 in più) rispetto all’anno precedente, quando erano state complessivamente 3.383.

A determinare l’aumento complessivo ha contribuito quindi una maggiore durata dei percorsi, che può dipendere da diversi fattori, tra cui la cosiddetta “vittimizzazione secondaria”, che rende la fuoriuscita dalla violenza più lunga e difficile. Se l’aumento delle richieste di aiuto è quindi un segnale per certi verso “positivo”, nel senso che corrisponde a una maggiore emersione del problema, a una tendenza a chiedere aiuto prima e con più frequenza, la maggiore durata dei percorsi indica l’esistenza di un problema complesso sia dal punto di vista sociale che istituzionale. Oggi, infatti, è più difficile di prima trovare una casa, un lavoro e anche un sostegno concreto da parte di un sistema di welfare in difficoltà.

Nel 2024 le donne vittime di violenza accolte per la prima volta nei centri antiviolenza provenienti da altri Paesi sono state 1.173, pari al 34,6% del totale; le italiane, invece, 2.220, il 65,4% del totale. Una proporzione di circa una donna straniera su tre che si mantiene stabile nel tempo; così come quella delle donne con figli/e, che nel 2024 sono state 2.230, il 68,3% – mentre, specularmente, quelle senza prole sono risultate in totale 1.037 (pari al 31,7% del totale).

Più della metà dei figli e delle figlie delle donne accolte per la prima volta, che nel 2024 sono stati complessivamente 4.064, in larga maggioranza minori, ha subìto a sua volta violenza, diretta o assistita. Questo è avvenuto nel 65,2% dei casi, coinvolgendo 2.649 bambini e/o bambine. Una percentuale purtroppo in crescita rispetto agli anni precedenti, dovuta però anche alla maggiore attenzione e considerazione riservata oggi alla cosiddetta “violenza assistita”, che ne facilita il riconoscimento anche da parte delle stesse madri.

Nel 2024 le donne accolte per la prima volta nei centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna che hanno subìto violenze fisiche sono state 2.097, il 59,7% del totale; quelle che hanno subìto la cosiddetta “violenza economica” sono state 1.307 (il 37,2%); 631 donne (il 18%) hanno denunciato di aver subìto violenze sessuali, mentre sono 3.220 (il 91,75%) quelle che hanno subìto violenze psicologiche. Percentuali che si discostano di poco, uno/due punti, da quelle dell’anno precedente.

Secondo i dati, i comportamenti violenti si registrano prevalentemente nel contesto di una relazione intima, a opera di partner ed ex partner: una tipologia di autore che, in base ai dati epidemiologici nazionali forniti dall’Istat, è responsabile delle violenze più gravi subite dalle donne vittime di violenza, sia per la frequenza che per la gravità dei comportamenti.

Una delle risorse più innovative che i centri antiviolenza mettono a disposizione delle donne vittime di violenza che chiedono aiuto è la possibilità di essere ospitate in luoghi che offrono diversi gradi e livelli di protezione. Alcuni sono a indirizzo segreto e disponibili per situazioni di crisi e di emergenza; altri rappresentano risorse importanti per consentire alle donne vittime di violenza di ritornare a vivere in libertà, perché il maltrattante non costituisce più una minaccia e perché si è raggiunto un livello sufficiente di autonomia economica.

Considerando qualsiasi tipo di ospitalità – da quella in strutture di emergenza a quella in case rifugio, fino agli alloggi di transizione e di semiautonomia – nel 2024 le donne ospitate nelle strutture dei centri antiviolenza del coordinamento regionale dell’Emilia-Romagna sono state complessivamente 513, mentre i figli e le figlie che le hanno accompagnate sono stati 451, per un totale di 964 persone ospitate – tra donne e minori. Le notti di ospitalità sono state complessivamente 78.024, con una media di 80,9 notti a testa.



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