Nel 2021 in Emilia-Romagna sono calati gli incidenti mortali sul lavoro (-7,6%)

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La Cgil dell’Emilia-Romagna ha dato vita a un osservatorio permanente sugli infortuni sul lavoro e sulle malattie professionali per monitorare costantemente, attraverso i dati resi disponibili dall’Inail, la situazione relativa alla sicurezza dei luoghi di lavoro in regione.

Nel 2021 in Emilia-Romagna sono stati denunciati 74.066 infortuni sul lavoro, un numero in crescita del 9,2% rispetto ai 67.816 del 2020; di questi, 110 hanno avuto un esito mortale, un dato in calo del 7,6% rispetto ai 119 decessi registrati nel 2020. In forte aumento, invece, le denunce per malattie professionali, che sono state complessivamente 5.578, ovvero il 34,9% in più rispetto alle 4.136 dell’anno precedente.

I settori che nel 2021 hanno fatto registrare il maggior numero di morti sul lavoro in Emilia-Romagna sono stati quelli del trasporto e magazzinaggio (20 infortuni mortali), delle costruzioni (18), dell’agricoltura (8), del commercio e riparazione (8), della metallurgia e della fabbricazione di prodotti in metallo (5), delle industrie alimentari (4) e della fabbricazione di altri macchinari (6).

Per quanto riguarda gli infortuni sul lavoro non mortali, invece, la maggior parte delle denunce sono risultate concentrate in cinque macrosettori: 5.391 nella sanità (anche e soprattutto per effetto della pandemia Covid-19), 4.925 nel commercio, 4.273 nel trasporto e magazzinaggio, 3.867 nelle costruzioni, 3.700 in agricoltura e agroindustria.

“Dopo un 2020 drammatico, il 2021 ha rappresentato il tentativo di agganciare la ripresa economica dopo le restrizioni dovute alla pandemia”, ha sottolineato la Cgil emiliano-romagnola: “Purtroppo, però, registriamo un nuovo aumento degli infortuni sul lavoro, che colpiscono in maniera più dura le lavoratrici e i lavoratori dei settori più fragili ed esposti (donne, migranti, precari, il sistema degli appalti e dei subappalti)”.

“I dati consegnano un imperativo: il tema della tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro deve tornare a essere una priorità assoluta per le istituzioni a tutti i livelli. Lo scorso anno in Italia hanno perso la vita sul lavoro 1.221 lavoratrici e lavoratori (una media di più di tre al giorno), 110 dei quali in Emilia-Romagna. Una strage insopportabile. Chiediamo quindi con forza investimenti sulla prevenzione, sul rafforzamento dei controlli e degli organismi ispettivi, sulla formazione, sulla partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori alla definizione dei modelli organizzativi che garantiscano la loro sicurezza”.

Secondo il sindacato “c’è un legame indissolubile tra la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro e la buona occupazione. Dove, al contrario, persistono fenomeni di sfruttamento, precarietà e illegalità, maggiore è il rischio di infortuni e morti sul lavoro. Per queste ragioni continuiamo a rivendicare più formazione, a partire dalle scuole e per chiunque cominci la sua attività in ogni luogo di lavoro, più prevenzione, più controlli e sanzioni (nel quadro di una nuova stagione legislativa) e più agibilità sindacali, perché il sindacato e la contrattazione sono il primo antidoto contro le violazioni delle norme a tutela della salute e della sicurezza di lavoratrici e lavoratori”.