Minori. Spadaro: minacce pesanti. C’è chi invita a gambizzarci

Giuseppe-Spadaro

Lunga audizione del magistrato che porta i dati forniti dal Tribunale al ministero, difende il lavoro fatto anche sui casi in Val d’Enza e denuncia minacce social a lui e ai suoi collaboratori. Mandato alla Presidenza a portare la relazione finale all’Assemblea legislativa la settimana prossima da Pd, M5s e gruppo Misto. No da Lega, Fi e Fdi.

Sono 148 i collocamenti fuori famiglia disposti nel 2018 dal Tribunale per i minorenni di Bologna in procedimenti con oggetto la responsabilità genitoriale, 101 nei primi sei mesi del 2019. Di questi il 55% riguarda bambini, di età tra 0 e 10 anni, e il 45% adolescenti con più di 12 anni. “Numeri bassissimi ed eloquenti, fra i più bassi a livello nazionale, che dimostrano che il sistema è migliorabile, ma in questa regione funziona. Quello che non ha funzionato, e parliamo di responsabilità individuali, lo dovrà accertare l’autorità giudiziaria penale e sono il primo volere che sia fatta chiarezza”.

A dirlo è Giuseppe Spadaro, presidente del Tribunale per i minori di Bologna, che ha portato in Commissione speciale d’inchiesta sul sistema di tutela dei minori in Emilia-Romagna, presieduta da Giuseppe Boschini, i dati forniti alla “squadra speciale” del ministero della giustizia voluta dal ministro Bonafede a seguito dell’inchiesta sulla Val d’Enza. In circa tre ore di audizione il magistrato ha voluto sottolineare un altro dato: su un totale di 249 collocamenti tra 2018 e 2019, sono 116 i procedimenti che si sono conclusi con un ricongiungimento familiare, poco meno della metà. “Su questo abbiamo i numeri più alti a livello nazionale, che evidenziano come lo scopo principale dell’affidamento sia predisporre un progetto di recupero e non separare i minori dai loro genitori”.

Poi Spadaro ha messo in guardia sui pesanti rischi delle generalizzazioni: “Se c’è stata un’anomalia che qualcuno ha chiamato ‘sistema Bibbiano’ lo stabilirà la magistratura competente e chi ha sbagliato dovrà pagare, ma non accetto che si dica che quello dei servizi sociali sia un sistema criminale. Sono frasi che possono avere conseguenze terribili e io stesso, insieme ai miei collaboratori, abbiamo ricevuto sui social minacce pesanti. Da chi ci chiama ‘sequestratori di bambini’- ha denunciato ancora Spadaro- a chi invita le persone a gambizzarci”. Secco il commento sull’ispezione disposta in Tribunale dal ministro Bonafede: “L’ho appreso anche io dalla stampa, ma ben venga un controllo terzo e sono certo della professionalità dei miei colleghi”.

I numeri della Val d’Enza. Il presidente del Tribunale dei minori ha riferito di aver personalmente controllato tutti i fascicoli provenienti dal servizio sociale della Val d’Enza per verificare eventuali anomalie: su 100 segnalazioni da parte dei servizi negli ultimi cinque anni, 85 non sono state ritenute dal Tribunale così gravi da portare all’allontanamento del minore, mentre in 15 casi si è proceduto al collocamento fuori famiglia. “Parliamo di 100 segnalazioni, un numero che rientra assolutamente nella media di un servizio sociale efficiente”, ha spiegato il giudice, che ha precisato come si tratti di segnalazioni di situazioni di eventuale pregiudizio e non di richieste di allontanamento. E sui casi segnalati dalla Procura minorile di Reggio Emilia ha chiarito: “Sono cinque, dei quali per tre era già stato disposto il ricongiungimento familiare, per gli altri due le segnalazioni non arrivarono solo dagli assistenti sociali, ma anche da servizi educativi e medici pediatri. I bambini non sono ‘pacchi’ e il nostro compito è in via prioritaria quello di proteggerli da situazioni di rischio”.

Le proposte per “migliorare il sistema”. Spadaro propone personale altamente qualificato nelle strutture pubbliche, così da non dover ricorrere a consulenze private. Una seconda sezione del Tribunale per i minorenni a Bologna, “perché un solo tribunale non basta e oggi lavoriamo in grave carenza di organico”. Difensori obbligatori per i minori, che curino esclusivamente gli interessi dei bambini (“A Bologna siamo stati tra i primi a istituire figure di questo tipo”). Sono solo alcuni degli spunti portati per migliorare la normativa in materia di tutela dei minori. A partire anche dall’idea di introdurre la consultazione immediata della procura minorile in caso di allontanamento in emergenza (ex articolo 403 del codice civile) per un primo vaglio del caso: “Così si eviterebbe la possibilità di allontanare minori sulla base di relazioni false stilate da eventuali ‘balordi’ e con tempi lunghi per il contraddittorio”.

Fabio Callori (FdI) ha concordato con Spadaro sulla necessità di non generalizzare: “Noi abbiamo sempre detto che gli assistenti sociali bravi sono tantissimi, ma alcuni hanno sbagliato e bisogna andare fino in fondo. Noi dobbiamo modificare la legge per consentire alle famiglie di avere certezze e garanzie sull’operato dei servizi”. Sul tema è tornato anche Andrea Galli (FI): “Quando parliamo di Bibbiano, parliamo di una piccola minoranza che ha infangato il lavoro di un’intera categoria di professionisti. Spesso il Tribunale valuta sulla base delle relazioni dei servizi e da quanto emerge dall’inchiesta alcune erano state falsificate”. Secondo Michele Facci (FdI) sopraggiungono dei rischi di ‘falsi positivi’ quando “emerge che le relazioni diventano fonti quasi acritiche anche per accertare il fatto, soprattutto se i servizi sono caratterizzati da un certo approccio culturale in materia di maltrattamento e abuso. Servono garanzie”. E su questo punto il magistrato ha precisato che nel “processo minorile l’elemento probatorio è diverso rispetto al processo penale, ma si potrebbero applicare principi di garanzia quando i servizi svolgono attività di accertamento della prova, come per la polizia giudiziaria”. Facci è poi tornato sulla vicenda che ha visto coinvolta Elena Buccoliero, presidente della Fondazione regionale per le vittime di reato e giudice onorario del Tribunale per i minorenni. Spadaro ha tagliato corto: “Non si rilevano profili di incompatibilità tra le due cariche”.

Silvia Prodi del gruppo misto ha chiesto il parere del presidente su alcune questioni emerse nelle precedenti audizioni, dalle carenze di personale e risorse nelle cancellerie alla proposta di abolire il Tribunale per i minorenni. “Assurdo pensare di sopprimere un secolo di cultura giudiziaria minorile che tutta Europa ci invidia”, ha risposto Spadaro. “In cancelleria abbiamo il 60% in meno del personale che servirebbe e andiamo avanti anche grazie a volontari di associazioni. Un solo tribunale non basta”. Andrea Bertani (M5s) si è concentrato sul ruolo dei servizi sociali: “A volte hanno funzione quasi di polizia giudiziaria e questo mi preoccupa. In tanti hanno poi evidenziato la mancanza di contraddittorio nel procedimento minorile”. Per Spadaro è giusto che ad approcciarsi ai bambini non sia la polizia giudiziaria ma servizi sociali competenti in materia: “Però si può migliorare potenziando i servizi pubblici e la formazione multidisciplinare degli assistenti sociali”. In tema di contraddittorio è intervenuto anche Massimiliano Pompignoli della Lega: “C’è un nodo problematico negli allontanamenti in emergenza e c’è un problema sui tempi del processo civile e penale. Accade che, ad esempio, dopo un’assoluzione in sede penale, si debba aspettare anni perché in sede civile si proceda a far rientrare il minore in famiglia”. Spadaro ha concordato su questa “discrasia temporale” e lo ha definito un tema “cruciale, su cui si dovrebbe intervenire”. In conclusione Paolo Calvano (Pd) ha espresso solidarietà al giudice per le minacce subite alla pari di quanto già espresso agli assistenti sociali e ha sottolineato l’importanza di progetti sulla prevenzione del disagio genitoriale. “Questa è la strada da percorrere, la più moderna- ha evidenziato Spadaro- però ci sono casi in cui non non è percorribile. Nelle situazioni più gravi un giudice e un assistente sociale deve avere il coraggio di intervenire immediatamente, anche correndo il rischio di sbagliare”.

Spadaro ha poi smentito, “come ho sentito in alcune audizioni che non esista il contraddittorio nel processo minorile. Nessun provvedimento giurisdizionale può essere preso senza contraddittorio. Diverso invece è l’allontanamento temporaneo e urgente che viene disposto unicamente per la tutela del minore”. Il magistrato ha poi elogiato la qualità dei servizi sociali dell’Emilia-Romagna e ha ricordato che l’azione del Tribunale minorile è incentrata sulla tutela del minore “anche rispetto all’adulto” e che questa azione non può attendere i tempi del processo penale, che dura anni. “Proprio a Bologna qualche anno fa- ha ricordato Spadaro- per un eccesso di tutela nei confronti degli adulti genitori è morto un bambino assiderato sotto i portici”.

Al termine dell’intervento del presidente del Tribunale per i minorenni la Commissione speciale d’inchiesta ha votato il mandato alla Presidenza a presentare e illustrare la relazione finale all’Assemblea legislativa (con il sì di Pd, M5s e gruppo Misto e con il voto contrario di Lega, Fi e Fdi). La relazione sarà presentata in Aula la settimana prossima e porterà in allegato la relazione scritta consegnata da Spadaro.