Mercoledì 25 giugno alle 18.30 nella chiesa della parrocchia reggiana del Sacro Cuore è in programma una messa “per il processo di Bibbiano che si sta concludendo nel primo grado”, come si legge nel bollettino dell’Unità pastorale Laudato si’. Il riferimento è al processo relativo all’inchiesta “Angeli e Demoni”, nata per far luce sulle presunte anomalie negli affidamenti di minori nel sistema dei servizi sociali della Val d’Enza reggiana.
Il caso è stato sollevato da Marco Eboli, ex consigliere comunale reggiano di centrodestra, e più recentemente ex coordinatore comunale di Fratelli d’Italia a Reggio, che “da credente praticante” ha rivolto un accorato appello al vescovo della diocesi di Reggio-Guastalla mons. Giacomo Morandi “affinché, come ci ha invitato papa Leone XIV, la Chiesa ritrovi l’unità in Cristo evitando di trasferire i conflitti politici al suo interno”.
“A mia memoria – ha detto Eboli – non ho mai visto celebrare una messa per un processo giudiziario, ma nel caso specifico mi chiedo, e chiedo a sua Eccellenza il vescovo Morandi, per chi sono chiamati a pregare i fedeli: per le persone imputate nel processo ‘Angeli e Demoni’, accusate di reati contro bambini, o per i giudici che le dovranno giudicare? Ma soprattutto, perché la Chiesa si deve schierare quando è in corso un processo giudiziario, al primo grado di giudizio? Ricordo che i gradi di giudizio nell’ordinamento giudiziario italiano sono tre. È intenzione del parroco dell’unità pastorale don Davide Poletti celebrare messa anche in occasione degli eventuali altri gradi di giudizio? E rimane sempre l’interrogativo iniziale: perché?”.
“Purtroppo – ha aggiunto Eboli – il parroco in questione non è nuovo a iniziative che hanno suscitato molte perplessità e disappunto tra i fedeli, relativamente al processo ‘Angeli e Demoni”. Il 19 novembre 2024 fu ospitata, sempre nella parrocchia del Sacro Cuore dove si dovrebbe tenere la messa di mercoledì 25 giugno, la presentazione del libro dell’avvocato Bauccio, che ha difeso lo psicoterapeuta Foti, con un titolo della locandina che non lasciava dubbi sulla parte che si intendeva tutelare – ossia il dottor Foti”.
“Eccellenza vescovo Morandi, in occasione delle elezioni amministrative dell’anno scorso, ella invitò i laici che avessero voluto candidarsi a lasciare gli incarichi all’interno dei consigli pastorali. Alla luce di quanto avvenuto e sta per avvenire nell’unità pastorale alla quale appartengo, le chiedo se non ritiene necessario invitare anche i sacerdoti a evitare di organizzare o consentire l’organizzazione di eventi che dividono i fedeli e tornare esclusivamente a promuovere l’unità della Chiesa in Cristo, perché questo è ciò che unisce tutti i fedeli e perché non sono certo le parrocchie, a mio giudizio, i luoghi ove fare politica o prendere una parte in processi giudiziari ancora in corso. La ringrazio, Eccellenza, per l’attenzione che mi vorrà riservare, auspicando che il mio non sia un grido nel deserto”.
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