Maturità, in stessa classe c’è chi fa lo scritto e chi no

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Dei 7.000 maturandi dell’Emilia-Romagna che sosterranno l’esame di Stato con modalità differenziata per le aree alluvionate, alcuni avrebbero voluto fare le prove scritte come gli altri compagni di classe.

Ci sono casi infatti in cui le quinte di una stessa scuola si dividono tra chi farà gli scritti e chi invece non potrà e affronterà solo l’orale, perché residente in un comune o in una frazione compresi nella lista del decreto Emergenza.

Un paradosso che riguarda non tanto i territori più colpiti della Romagna, quanto i ragazzi che vivono sulle colline e sull’Appennino bolognese, dove si sono registrate frane e limiti alla circolazione, con alcuni frazioni in area rossa e altre no.
Molti degli studenti che domani non faranno la prima prova scritta d’Italiano non hanno accumulato particolari assenze da scuola a causa del maltempo. All’Istituto tecnico Salvemini di Casalecchio di Reno, per esempio, su 250 candidati alla Maturità, una quarantina sosterrà solo l’orale, 4-5 per classe, ragazzi che arrivano dall’Appennino. “Abbiamo avuto qualche problema – conferma il dirigente scolastico Carlo Braga – perché alcuni studenti non volevano essere inclusi nell’esame sostitutivo, lo vivono come una limitazione. Qualcuno al contrario come un’opportunità. Si tratta di ragazzi che non hanno subito particolari conseguenze, se non una flessibilità oraria di ingresso e uscita da scuola perché i collegamenti con i mezzi pubblici avevano avuto modifiche”.

Il timore del dirigente rispetto alla sola prova orale è che questi studenti “possano esseri penalizzati nella valutazione perché è più difficile avere il massimo del punteggio con un’unica prova, dipenderà dai presidenti di commissione”.
Situazione simile, anche al Liceo Leonardo Da Vinci con 30 maturandi su 234 che sosterranno solo l’orale. Alla dirigente Tiziana Tiengo sono state scritte diverse mail nelle quali gli studenti chiedevano di poter affrontare anche gli scritti: “Ho spiegato che un’ordinanza ministeriale non si può non applicare, la legge è legge”. Resta il fatto che molti l’abbiano vissuta come un’imposizione che non li favorisce e avrebbero preferito poter scegliere.