L’incontro con Selene e gli dei delle idee

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L’incontro con Selene avvenne molti anni fa attraverso i libri, lessi il bellissimo libro sullo Yoga Sciamanico dove sono descritte in modo minuzioso alcune pratiche ed anche come le aveva apprese.

Poi continuai a leggere altri suoi libri, ma il vero apporto esperienziale lo ebbi quando la incontrai in alcuni workshop. Una bella donna, che vista da vicino sembra abbia gli occhi da tigre.

Iniziai ad ascoltarla entrando pian piano dentro il suo mondo, che lei chiama immaginale. Dalle sue parole risultava sempre più chiaro come siamo fabbricati di immagini: le immagini che ci hanno tramandato i nostri avi, le immagini che introiettiamo vivendo, le immagini che ci siamo portati dietro da chissà quale altra vita.

Ascoltando la sua storia di vita mi accorsi come la mia vita aveva avuto un percorso simile: anche lei aveva incontrato un Maestro, anche lei lo aveva incontrato in un momento di estrema debolezza e smarrimento.

Poi ti guardi indietro e ti accorgi di come nel momento della crisi (in greco crinein) si sta come in cima ad una montagna sul crinale e bisogna decidere da che parte scendere…
C’è una grandissima energia cinetica, che può andare verso il nuovo e la creazione o il già conosciuto, l’attaccamento, l’inesorabile forza distruttiva. L’incontro con un Maestro è sempre un andare man mano verso il nuovo partendo dalla consapevolezza del già accaduto.

Selene mi insegnò come tutti noi siamo posseduti da archetipi, da tragedie già scritte, già accadute, che siamo posseduti da idee, Eidola, Dei. La parola idea contiene gli Dei al suo interno. ma il nostro mondo ha perso la sacralità perché ha dimenticato completamente la parte che sottende invisibile agli oggetti materiali; nel nostro mondo è vero solo ciò che è tangibile.

Ciò su cui si fonda il mondo odierno sono le teorie scientifiche, e che cosa sono quest’ultime se non idee, quindi divinità?

Il nostro modo di guardare possiede in nuce il divino. In base a dove noi collochiamo il punto di vista del Dio che abita le immagini che produciamo avremo un determinato mondo: c’è chi pone Dio nella natura, chi pone Dio nella materia, chi pone Dio in un altro mondo…

Nel corso del progresso scientifico ciò è stato dimenticato dai più; è come si fosse persa la consapevolezza che le teorie scientifiche sono composte da eidola, immagini e quindi contengono il divino, l’invisibile.

Se osserviamo la storia, notiamo che si sono susseguiti un sacco di paradigmi scientifici, da quello Mitico, a quello Aristotelico, a quello Galileiano-Newtoniano, a quello Relativista di Einstein… Ogni sistema al suo interno contiene la verità e nessuno di questi è più vero degli altri dal suo interno, essendo fatto di idee, eidola, Dei e Dee.

Per poter comprendere qualsiasi modo di vedere, che sia quello scientifico, sciamanico, religioso, razionale, emotivo ci deve essere una iniziazione, ci deve essere qualcuno un po’ più esperto che ti fa familiarizzare con immagini nuove. Questa figura è il Maestro/a, che è presente in qualsiasi campo dove l’essere umano fa esperienza: anche nel camminare eretti le immagini degli adulti ci sono Maestre.

Accadde anche per i nativi d’America di non vedere le navi quando Colombo sbarcò, poiché non le avevano mai viste. Credevano infatti che questi uomini venissero dal cielo, questo appunto perché non possedevano l’idea di nave ed il loro paradigma di realtà era completamente diverso.

Fui quindi iniziato al Mantra Madre da Selene, per appartenere così alla famiglia dell’Arcobaleno Fiammeggiante. Il Mantra Madre è una pratica che aiuta a riassorbire le immagini ed a metterti in contatto con il divino che esse emanano, per vedere il paradigma su cui si fondano, cioè il divino che le immagini racchiudono.
Finché le immagini ed i simboli della cultura di cui facciamo parte agiscono in noi in modo automatico, filtrando persino le nostre percezioni e costringendoci a vedere e sentire con i sensi secondo una data scala di valori, siamo uniformati e quindi governabili.

Gli artisti ed i poeti sono le nostre antenne per il futuro poiché sanno vedere oltre l’immagine preconfezionata del “controllo dei sensi sociale”.