Emilia, nuovo Patto per lavoro e clima

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Mercoledì 5 agosto a Bologna ha preso il via il percorso verso un nuovo Patto per il lavoro e per il clima, per sostenere la ripartenza dell’Emilia-Romagna grazie a uno sviluppo che sia sostenibile, equo, veloce e semplificato: l’iter dovrà portare, entro il prossimo mese di ottobre, alla sottoscrizione di un piano d’azione condiviso dalla Regione con tutte le forze economiche, sociali, associazioni d’impresa, professioni, enti locali, organizzazioni sindacali e di categoria, soggetti ai quali sono già stati illustrati i cardini del nuovo Patto. Allo stesso tempo è partito il percorso di confronto con interlocutori e associazioni che si occupano di cambiamenti climatici e come affrontarli, per raccogliere contributi qualificati.

Il nuovo Patto sottolinea un nuovo e maggiore ruolo delle città e dei territori nella ricostruzione di un nuovo sviluppo, basato su buona sanità, pubblica e per tutti, con un forte rilievo dei saperi e delle competenze, stili di vita e consumi più sostenibili, centralità della scuola, digitalizzazione. Uno sviluppo equo, attento al contrasto delle diseguaglianze, una transizione ecologica che punti sul capitale umano e metta al centro il lavoro e il clima.

“È per noi un’occasione storica”, ha detto il presidente della Regione Stefano Bonaccini: “Contrariamente al primo Patto per il lavoro e la legalità, stavolta la programmazione è nelle nostre mani, avremo la possibilità inedita di poter decidere cosa fare, quanto investire, dove, in un’azione condivisa. Io voglio avere fiducia sull’uscita dalla recessione, il 99% delle attività economiche in Emilia-Romagna è aperto e il risparmio dei suoi abitanti è cresciuto”.

“Dobbiamo aggredire i prossimi mesi e anni”, ha aggiunto Bonaccini: “Le stime ci dicono che avremo un calo del Pil inferiore a quello nel resto del Paese. Ma nel 2021 avremo un rimbalzo positivo: una volta che si sia definitivamente ucciso il virus, qui potremmo rimontare prima di altre aree, abbiamo gli strumenti finanziari e puntiamo sugli investimenti. È una bella sfida, ma non dobbiamo avere paura: credo che abbiamo dimostrato in questi anni di saper interpretare sfide del genere. Abbiamo il dovere di provare a dare una mano all’Emilia-Romagna, perché così diamo una mano anche al Paese”.

L’assessore regionale a sviluppo e lavoro Vincenzo Colla ha tracciato lo scenario in cui questo nuovo patto si collocherà, un contesto economico e sociale in cui l’impatto degli ammortizzatori “ha avuto una tenuta formidabile”. Ma per Colla i segnali di ripresa “sono evidenti: se l’autunno sarà galantuomo, con una crescita alle spalle durata 6 anni che ha portato nel 2019 a un +7% di Pil, nel 2020 avremo un prodotto interno lordo che risentirà della crisi meno che a livello nazionale”.

Ma, soprattutto, nel 2021 il rimbalzo positivo “ci sarà e noi vogliamo tornare agli indicatori economici pre-Covid entro il 2022: questo è il nostro obiettivo strategico, il ruolo del Patto. Un Patto che per la prima volta si colloca a monte della discussione sul Recovery fund, risorse 2021/2027 dell’Ue e l’eventuale Mes, che determinano il futuro degli investimenti insieme alle loro priorità”.

Sul fronte del clima, ha aggiunto la vicepresidente della Regione Elly Schlein, “abbiamo voluto integrare nel Patto ambiziosi obiettivi climatici: l’azzeramento delle emissioni climalteranti prima del 2050, il 100% di energie pulite e rinnovabili entro il 2035, in linea con le ambizioni e le nuove direttrici di investimento europee”.

L’assessore regionale al bilancio Paolo Calvano, infine, ha posto l’accento sul tema della semplificazione, auspicando “un atteggiamento condiviso della pubblica amministrazione, dall’Unione Europea ai Comuni, perché serve un’azione di sistema. Come Regione Emilia-Romagna siamo determinati a farlo. Dove ci sono procedure ridondanti bisogna fare uno sforzo per superarle. Dobbiamo essere orientati al risultato per rendere più celere la pubblica amministrazione e trasformarla in un alleato di cittadini e imprese, e non una controparte. E, soprattutto, semplificazione e legalità non devono mai entrare in conflitto ma sostenersi a vicenda. Semplificazione infine significa anche digitalizzazione, per facilitare l’accesso ai servizi per cittadini e imprese”.