Laicità: principio malinteso? – di G. Tarquini

funerale papa Francesco piazza San Pietro in Vaticano sacerdoti – VN

Papa Francesco ha raccolto intorno a sé il mondo e il suo pensiero. Ha avvicinato al mistero della Croce persone e culture anche molto distanti. Ha investito la Città eterna del ruolo di epicentro della spiritualità che ruota intorno ai principi della Chiesa cattolica. Ha concentrato su Roma l’attenzione di tutti i grandi della Terra. Ha promosso e divulgato il suo messaggio di pace universale, divenuto oggetto dei tanti e occasionali colloqui bilateriali tra capi di Stato, avvicinati l’uno all’altro grazie alla solenne cerimonia celebrata per le sue esequie.

Che dire. Abbiamo avuto la prova evidente dell’importanza delle radici cristiane e del valore che esse rappresentano per l’intera umanità. Ma, allora, domandiamoci se è una dimostrazione che deve valere anche per quelle piccole città, come la nostra, un puntino sul mappamondo, in cui ogni volta che si tenta di richiamare quegli stessi valori a supporto di iniziative di buona amministrazione e di crescita sociale, ci si sente rinfacciare dagli attuali governanti, alcuni di loro addirittura formati e cresciuti all’ombra della fede cristiana (!), che l’Italia è uno Stato laico e che, pertanto, non si possono fare differenze. Bè, ripeto, almeno per un giorno quella differenza c’è stata e anche molto evidente.

Attenzione però, l’insegnamento che esce da queste giornate di grande clamore è che non si tratta di una differenza che discrimina, ma che abbraccia tutti coloro che si lasciano avvicinare, senza alcuna distinzione, con grande slancio verso l’uomo e verso il bene della collettività. Un po’ di sano realismo induce a ritenere che questo vento magico e illuminante lascerà presto, e di nuovo, il posto alla “laicità”, così come malamente intesa.

Ma di buono c’è che quei valori non cambiano, restano fissi e inossidabili nel tempo. E anche se verranno ancora una volta relegati all’interno dello stretto perimetro della cornice religiosa, e considerati non degni di incidere sulla società, così moderna e così complessa, che deve continuare a correre verso ogni forma di libertà, prima o poi riaffioreranno, magari con più forza. Forse proprio quella che potrà imprimere dal suo nuovo pulpito l’amato papa Francesco, insieme a quella che verrà dal suo degno successore.

Giovanni Tarquini



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  1. Kratos

    Valori universali che dovrebbero essere riconosciuti da ogni ideologia e religione, secondo quanto stabilito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Giunti nel terzo millennio D.C. restano ancora troppi stati teocratici fra cui Iran, Afghanistan, Arabia Saudita, persino la Corea del Nord e ovviamente la Chiesa. La laicità dello Stato è imprescindibile e non è chiaro come sia “malamente” intesa. In certi stati teocratici vengono tollerate e perpetrate le stesse atrocità presenti negli stati laici, se non peggio, come ad esempio la condanna a morte per apostasia o la legittimazione del delitto d’onore.


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