La produzione industriale reggiana rialza la testa: +21,2% nel secondo trimestre del 2021

settore manifatturiero

Dopo i primi segnali di ripresa registrati nel primo trimestre (+4%), la produzione industriale reggiana ha rialzato decisamente la testa nel secondo semestre dell’anno, mettendo a segno un +21,2% nel periodo compreso tra aprile e giugno.

“Un dato molto incoraggiante”, secondo il commissario straordinario della Camera di commercio di Reggio Stefano Landi, “che va comunque letto in relazione a quanto era accaduto nello stesso periodo del 2020, quando gli effetti della pandemia e delle relative restrizioni avevano determinato un calo della produzione senza precedenti, con una flessione del 19,5%”.

I primi due trimestri di questo 2021, ha aggiunto Landi, “si sono comunque chiusi bene, caratterizzando una fase di recupero che può consolidarsi ulteriormente in modo significativo, visto che per oltre due terzi delle imprese industriali reggiane si è registrato un aumento degli ordinativi (cresciuti complessivamente del 20,7% rispetto al periodo aprile-giugno 2020) e, per il 33% delle aziende, le previsioni sono di un aumento anche nel prossimo trimestre, con una quota del 48% orientata alla stabilità”.


Il vistoso aumento della produzione industriale è arrivato dopo più di due anni – fatta eccezione per il primo trimestre di quest’anno – segnati da continui cali, manifestatisi già nel primo trimestre del 2019 (-3,2%) e poi sfociati nel crollo del 2020, con punte negative di -11,3% e -19,5% rispettivamente nel primo e secondo trimestre dell’anno.

A beneficiare del rilevante rimbalzo sono stati tutti i settori produttivi, a partire dall’industria ceramica, che ha fatto segnare un convincente +25,2% in termini di volumi e un +26,2% in termini di valore rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

“Questo scarto a favore del fatturato – ha spiegato il commissario Landi – è presente, anche in misura maggiore, in tutti i comparti, e questo sta a significare che il nostro sistema industriale ha mantenuto e accresciuto la propria competitività e la capacità di valorizzare le proprie eccellenze, con una produzione in aumento nei volumi (+21,2%) che si colloca sui mercati senza sacrificare valore (+24,3% l’aumento del fatturato) e, anzi, realizzando nuova ricchezza”.

Superiore alla media complessiva del +21,2% è risultato anche il saldo dell’industria metalmeccanica, la parte più consistente dell’economia della provincia di Reggio: la produzione industriale, infatti, è aumentata del 23,5% in volume e del 26,5% in valore rispetto al secondo trimestre del 2020.

Incrementi vicini alla media, invece, per l’industria delle materie plastiche (+20,9% in volume e +27% in termini di fatturato) e per il settore elettrico ed elettronico (rispettivamente +20,6% e +19,2%). Uno dei dati più significativi è quello riferito all’industria tessile, dell’abbigliamento, delle calzature e della pelletteria, che dopo una lunga e pesante sofferenza che non si era interrotta neppure nel primo trimestre dell’anno (-19,8% sui volumi e -19,2% sul fatturato) ha finalmente invertito la rotta: nel periodo compreso tra aprile e giugno, infatti, la produzione del settore è aumentata del 15,6% in volume e del 20,6% in valore.

Le altre attività manifatturiere hanno registrato un incremento produttivo del 23,5% in volume e del 27,4% in valore, mentre a chiudere la classifica degli aumenti si è piazzata l’industria alimentare (comunque la meno colpita dagli effetti negativi della pandemia di nuovo coronavirus), che ha fatto segnare una crescita del 6,7% per quanto riguarda i volumi e dell’11% per quanto riguarda il valore.

Le aziende che hanno registrato le migliori performance sono quelle di maggiori dimensioni (oltre i 50 dipendenti), per le quali la crescita della produzione è stata del 25,2% in volume e del 29,4% in valore; a seguire quelle con un numero di dipendenti compreso tra 10 e 49 (rispettivamente +18,5% e +21,1%) e quelle al di sotto dei 10 dipendenti (+15,1% in volume e +15,7% in valore).

“In questo contesto di generale ripresa – ha concluso il commissario Landi – appare molto significativo il dato riguardante gli scambi con l’estero, che per l’industria reggiana hanno fatto segnare un +25,5% complessivo in termini di fatturato, con punte del 47,1% per il tessile-abbigliamento, del 30,2% per la ceramica e del 28,1% per la metalmeccanica, tutti settori di punta per l’affermazione della nostra industria sui mercati internazionali”.

Anche in prospettiva dovrebbero essere i mercati esteri a trainare il rilancio dell’industria reggiana: proprio su questo fronte, infatti, le imprese della provincia prevedono il miglior andamento degli ordinativi, con una quota del 43% di aziende che prevede un aumento nel prossimo trimestre e la stessa quota che stima invece una stabilità rispetto alla prima metà dell’anno.