La preside del Da Vinci di Firenze invitata a Casa Cervi per il 25 aprile

25_aprile a Casa Cervi

L’Istituto Alcide Cervi ha preso posizione di recente in merito all’aggressione di stampo fascista avvenuta davanti al Liceo Michelangiolo di Firenze, e del dibattito tra la scuola, le istituzioni e la cittadinanza attiva che si è sviluppato da quei fatti.

Nelle prime ore dopo la lettera aperta agli studenti della dirigente del Liceo Leonardo Da Vinci di Firenze, un altro istituto sensibile al tema e vicino ai ragazzi, la presidente Albertina Soliani ha invitato la professoressa Annalisa Savino ad essere a Casa Cervi sul palco del 25 aprile, Festa della Liberazione, per una testimonianza diretta di una scuola democratica, viva, che educa alla consapevolezza e alla vigilanza civile. In una parola, una scuola antifascista. Una scuola libera perché liberata, poco meno di 80 anni fa, dalla dittatura. La prof.ssa Savino ha accettato l’invito, da concretizzarsi il 25 aprile stesso o nei giorni immediatamente successivi, si spera accompagnata da una delegazione di studenti del suo Liceo.

«La speranza è di poter avere a Casa Cervi e in tutto il Paese sempre più testimonianze dei protagonisti della scuola come quelli che abbiamo visto nella piazza di Firenze, con tanti studenti, insegnanti e dirigenti scesi a manifestare insieme a molte espressioni sindacali e politiche che condividono la nostra preoccupazione. Non la preoccupazione contro una minaccia, ma una preoccupazione per la scuola, in favore della scuola e delle generazioni di cittadini italiani e non solo che vi crescono dentro – dichiara per l’Istituto Alcide Cervi, il professor Andrea Rapini, membro del Consiglio nazionale e professore associato di storia a UniMoRe – Vogliamo occuparci della scuola, e farlo prima di ogni deriva e di ogni insidia. Non dopo. Per questo si stanno intensificando le azioni, le iniziative e la partecipazione rivolte agli studenti e alle istituzioni scolastiche. Ci occupiamo della scuola con gli oltre 6000 studenti che sono venuti e verranno a praticare l’educazione alla storia e alla memoria a Casa Cervi, solo in questo anno scolastico. Ci occupiamo della scuola con i percorsi di formazione degli insegnanti, sempre più rivolti all’educazione alla cittadinanza. Ci occupiamo delle piazze in difesa della scuola con il nostro podcast “Il Raccolto”, e in molti altri modi. La scuola, come la democrazia, o è antifascista o non è».

«Per la nostra storia e per il nome che portiamo siamo particolarmente sensibili verso l’evento di Firenze del 18 febbraio 2023 e i suoi sviluppi successivi. Nel pieno rispetto dell’attività inquirente della magistratura, l’Istituto Cervi condanna l’aggressione squadrista avvenuta davanti al Liceo Michelangiolo, di cui sono responsabili sei ragazzi iscritti a Azione studentesca, la struttura giovanile di Fratelli d’Italia. A questo proposito, ci riconosciamo nelle parole indirizzate agli studenti dalla professoressa Annalisa Savino, preside del Liceo Leonardo Da Vinci, il 21 febbraio. In quelle parole ravvisiamo non solo l’ossequio formale della Costituzione nata dalla Resistenza al nazi-fascismo, laddove garantisce la libertà di insegnamento (comma 1, art. 33), ma anche il suo spirito più vitale che echeggia nell’accorato invito a non essere indifferenti di fronte alle violenze, come accadde alle origini del Fascismo, o nella sollecitazione a aprirsi verso il mondo senza chiusure nazionalistiche.

Al tempo stesso, ci preoccupa la reazione del ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara che, anziché deplorare immediatamente il pestaggio con una dichiarazione chiara, ha censurato la lettera della prof.ssa Savino arrivando a intimidirla con la minaccia di prendere provvedimenti “se l’atteggiamento dovesse persistere”.

Noi speriamo davvero che quell’atteggiamento persista e non mancheremo di essere a fianco di tutti gli insegnanti, di tutti gli studenti, di tutte le donne e gli uomini che cercano di far vivere la Costituzione».



C'è 1 Commento

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  1. Marco Eboli

    Chissà se l’Albertina sempre in guerra è capace di indignarsi per la vergognosa contestazione subita dal sottosegretario all’istruzione Frassinetti, oggi a Milano, per la commemorazione di Sergio Ramelli, militante di destra ucciso a colpi di chiave inglese, oltre quarant’anni fa, al liceo Molinari, da militanti dell’estrema sinistra, in nome dell’antifascismo, per un tema scritto da Sergio Ramelli, il cui contenuto fu messo a conoscenza degli estremisti di sinistra da un professore antifascista. Io che a Reggio Emilia iniziai a militare nel Fronte della Gioventù sull’esempio del sacrificio di Sergio Ramelli, un anno dopo la sua morte, sono disgustato nel vedere come gli incendiari e i nostalgici di quel clima di odio sono ancora attivi e senza vergogna. Qualcuno di loro professa di essere cattolico. Allora dico, Dio abbia pietà di loro.


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