La Perla, fumata nera al tavolo di crisi in Regione: l’azienda rifiuta di ritirare i licenziamenti

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Fumata nera al tavolo di crisi su La Perla nella sede della Regione Emilia-Romagna, dove martedì 2 luglio i rappresentanti dei lavoratori hanno incontrato per circa tre ore l’amministratore delegato Pascal Perrier alla presenza degli enti territoriali. Secondo quanto riferito dalla segretaria nazionale della Filctem-Cgil Sonia Paoloni, l’azienda ha rifiutato sia la richiesta di ritiro dei licenziamenti che la richiesta di sospensione della procedura che ha messo in mobilità 126 lavoratori dello stabilimento del capoluogo emiliano.

Proprio all’esterno dell’assessorato dove si è tenuta la riunione i lavoratori e le lavoratrici dello stabilimento bolognese (in larghissima parte donne) hanno dato vita a un presidio con cartelli, bandiere e striscioni. Per la giornata di mercoledì 3 luglio i sindacati territoriali Filctem-Cgil, Femca Cisl e Uiltec-Uil hanno indetto una nuova assemblea per proporre l’intensificazione delle iniziative sindacali a sostegno della vertenza, mentre a livello nazionale le stesse sigle hanno preannunciato la volontà di chiedere l’apertura di un tavolo al Ministero dello sviluppo economico.

Continua, dunque, la crisi dello storico marchio della lingerie di lusso, dopo che la scorsa settimana il gruppo – controllato dalla società d’investimento olandese Sapinda Holdings, che rilevò La Perla oltre un anno fa, nel febbraio del 2018 – ha annunciato un esubero di personale impiegato a Bologna pari a 100-120 unità tra produzione e filiali sui circa 430 dipendenti complessivamente impiegati in Emilia.

“Si tratta di un intervento che inspiegabilmente, su 1.200 dipendenti nel mondo, sceglie di eliminare cento persone a Bologna, più della metà delle aree di campionario, dove risiede il know-how, il saper fare del prodotto leader del mercato dell’intimo e della corsetteria”, ha sottolineato il segretario nazionale della Cgil Maurizio Landini. “Il sospetto, purtroppo sempre di più evidente – ha aggiunto la Paoloni – è che l’operazione di acquisizione dell’azienda sia stata solo una mera operazione di finanza speculativa”.

Nonostante l’esito negativo dell’incontro di inizio luglio, per l’assessore regionale alle attività produttive Palma Costi uno spiraglio ancora esiste: “La partita è estremamente in salita, ma lotteremo fino in fondo. La porta non è ancora chiusa, prosegue il confronto con l’azienda ma i licenziamenti vanno ritirati”.