La Perla. “Ci avete lasciati senza mutande”, troppe promesse mancate senza un piano di rilancio

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I lavoratori martedì erano in presidio a Roma davanti al ministero delle Imprese e del made in Italy e portavano uno striscione con sopra scritto: “Ci avete lasciato senza mutande”. Intanto economia e politica sono al lavoro per salvare il gruppo della lingerie di lusso oggi in affanno.

“Aspettiamo la definizione di una road map di interventi finanziari, chiara e in tempi brevi, per far ripartire la produzione a Bologna. Altrimenti rischiamo di vedere il depauperamento de La Perla, un patrimonio fatto di storia e di straordinarie lavoratrici. Contestualmente dovrà arrivare un piano industriale all’altezza che dia prospettiva di futuro”.

Così l’assessore regionale allo Sviluppo economico e Lavoro, Vincenzo Colla, al termine del tavolo di crisi convocato oggi a Roma al Ministero delle Imprese e del Made in Italy sul Gruppo La Perla, di proprietà del Fondo olandese Tennor, con sede a Londra, controllato dal finanziere tedesco Lars Windhorst.
La Perla occupa oggi 330 persone in Italia, di cui 230 sono impiegate nello stabilimento produttivo di Bologna.
All’incontro, insieme alla Regione Emilia-Romagna, erano presenti oltre alle organizzazioni sindacali, il sottosegretario Fausta Bergamotto, Sergio Lo Giudice per la Città Metropolitana di Bologna e in videocollegamento il finanziere Lars Windhorst e Peter Shaefer, Ceo di La Perla Global Management. Davanti al Ministero, il presidio delle lavoratrici e dei lavoratori.

“Siamo, come sempre, al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori de La Perla: maestranze che con coraggio e responsabilità insieme alle organizzazioni sindacali stanno gestendo una fase molto complicata. Ora serve chiarezza da parte della proprietà – ha aggiunto l’assessore Colla – sia di tenuta che di reputazione industriale. Il tema oggi non è il piano industriale, ma una road map finanziaria che consenta successivamente di mettere in atto il possibile piano industriale. Pensare di sfruttare il marchio senza l’azienda di Bologna e le sue lavoratrici è inaccettabile. Come è inaccettabile che Lars Windhorst sia uscito dalla riunione dopo essere intervenuto e senza ascoltare i rappresentanti del Governo”.

“Ci aspettavamo da questo incontro qualche elemento di chiarezza, ma la chiarezza, che in questa vicenda è sempre stata la grande assente, continua a non esserci. Il sospetto – ha sottolineato Sergio Lo Giudice – è che si voglia salvare il marchio La Perla e lasciare morire il sito industriale di Bologna, sprecando la grande professionalità presente, ma questo sarebbe inaccettabile. Le 230 lavoratrici dello stabilimento di via Mattei sono in questo momento in un fronte comune e compatto con le istituzioni: Comune, Città metropolitana e Regione. Nessuno pensi di scaricarle in nome di una speculazione finanziaria”.

Regione e Città metropolitana condividono la proposta conclusiva del sottosegretario Fausta Bergamotto che ha chiesto alla proprietà – oltre l’assicurazione del pagamento degli stipendi- di avere entro metà ottobre un piano finanziario e industriale: in quell’occasione il Mimit convocherà Lars Windhorst a Roma perché sia personalmente presente per illustrarlo.