Covid. L’Emilia è in zona arancione

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Secondo i dati del monitoraggio della cabina di regia da parte dell’Istituto superiore della sanità e del ministero della Salute vanno ad aumentare il numero delle regioni che si collocano nella zona rossa, quella con le maggiori restrizioni. Queste diventano sette. Poiché oltre a Calabria, Lombardia, Piemonte, Provincia di Bolzano e Val d’Aosta si  aggiungono, in base ai dati elaborati della settimana dal 2 all’8 novembre, Campania e Toscana.

Le Regioni nella fascia arancione invece salgono a 9: Emilia-Romagna, Friuli e Marche che si uniscono ad Abruzzo, Basilicata, Liguria, Puglia, Sicilia e Umbria. Mentre restano gialle Lazio, Molise, Trento, Sardegna e Veneto.

Il ministro della Sanità Speranza ha già firmato.

Quindi non sono bastate le misure adottate dall’ordinanza firmata ieri dal presidente Stefano Bonaccini, che comunque entrano in vigore da domani, anche nelle parti più ‘severe’. Come quella della chiusura dei negozi la domenica, salvo farmacie, parafarmacie, generi alimentari, tabaccherie, edicole. Idem lo stop ai mercati all’aperto senza piani ad hoc dai Comuni (Bologna li ha vietati senza deroghe ad esempio) e stop nei prefestivi alle medie e grandi aree di vendita oltre che ai centri commerciali. Nei negozi alimentari solo un componente per famiglia. Ulteriore misura aggiuntiva non prevista dalla zona “arancione” ma in vigore dalla settimana prossima, la sospensione delle lezioni di ginnastica, canto e strumenti a fiato alle scuole elementari e medie.

Cosa si può fare. Spostamenti consentiti solo all’interno del proprio comune di residenza, mentre sono vietati quelli verso altri comuni e quelli in entrata e uscita dalla regione, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di salute, studio o necessità. Con la raccomandazione di evitare gli spostamenti non necessari anche all’interno del proprio comune. Chiusi i ristoranti e le altre attività di ristorazione (bar, pub, gelaterie, pasticcerie): per loro resta consentita la sola vendita da asporto, dalle 5 alle 22, mentre le consegne a domicilio non hanno limiti d’orario.

Sono le nuove misure, in aggiunta a quelle già in vigore, che scatteranno in Emilia-Romagna da domenica 15 novembre e per almeno due settimane dopo l’ordinanza firmata in serata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che prevede l’inserimento della regione in zona arancione, sulla base della valutazione dei parametri relativi al livello di rischio e allo scenario epidemico effettuata dal Comitato tecnico scientifico e dalla Cabina di regia nazionale.

L’Emilia-Romagna passa dunque da zona gialla, a rischio moderato, a zona arancione, a rischio elevato, nella quale si applicano misure più restrittive a tutela della salute pubblica e per frenare il contagio da Coronavirus. Si tratta di quella intermedia rispetto alla terza, la rossa (rischio massimo). Suddivisione decisa dal Governo con il Dpcm del 3 novembre scorso, che individua appunto tre aree di rischio, con l’attuazione di provvedimenti diversi a seconda delle singole fasce.

Da sabato 14 in vigore anche la nuova ordinanza regionale: prevarranno le misure più restrittive
Resta valida l’ordinanza regionale adottata ieri dal presidente Stefano Bonaccini, d’intesa col ministro Speranza, che entra in vigore domani, sabato 14 novembre. Contiene misure che puntano ad evitare soprattutto assembramenti e situazioni a rischio contagio. Rispetto a quelle previste dall’ingresso in zona arancione, prevarranno le misure maggiormente restrittive.

Sulla base dell’ordinanza regionale, quindi, da domani bisognerà rispettare anche regole non previste in zona arancione, a partire dal fatto che nei giorni prefestivi e festivi le grandi e medie strutture di vendita, sia con un esercizio unico, sia con più esercizi, comunque collegati, compresi i complessi commerciali, sono chiuse al pubblico, salvo che per la vendita di generi alimentari, le farmacie, le parafarmacie, le tabaccherie e le edicole. Inoltre, nei giorni festivi si aggiunge il divieto di ogni tipo di vendita, anche in esercizi di vicinato, al chiuso o su area pubblica, sempre fatta eccezione per le farmacie, le parafarmacie, le tabaccherie, le edicole e la vendita di generi alimentari.

Lo stesso avverrà con le seguenti misure: uso obbligatorio della mascherina sempre, non appena fuori di casa; attività sportiva e motoria preferibilmente in parchi pubblici, aree verdi, rurali e periferiche, mentre non sarà possibile nelle strade e nelle piazze del centro storico delle città, né nelle aree solitamente affollate; l’ingresso di un solo componente per nucleo familiare negli esercizi di vendita di generi alimentari; lo stop ai mercati comunali in assenza di regole precise di sicurezza fissate dai Comuni; la sospensione delle lezioni di ginnastica, canto e strumenti a fiato nelle scuole primarie e secondarie di primo grado.

Lega: perché allora autorizzare l’ordinanza della Regione? “Una decisione, quella del Governo, che penalizza enormemente la nostra Regione. Non capiamo perché autorizzare un’ordinanza per rimanere zona gialla se c’era già l’intenzione di classificarci come zona arancione?”. Così il capogruppo della Lega ER Matteo Rancan in merito al provvedimento che scatterà domenica 15 novembre in seguito alla valutazione del Comitato tecnico-scientifico (CTS) sulla base dei dati di monitoraggio della pandemia da Covid-19.
“Si tratta di un duro colpo per il nostro territorio” ha proseguito l’esponente leghista, puntando il dito contro la Regione: “O il Governo non ascolta Bonaccini, oppure c’è chi non ha il peso per farsi ascoltare. Considerato che dalle prime informazioni pare che il Veneto di Zaia rimanga zona gialla”.
Da domenica, in aggiunta alle misure già in essere, saranno vietati gli spostamenti in entrata e in uscita da una Regione all’altra e da un Comune all’altro, salvo comprovati motivi di lavoro, studio, salute, necessità. E bar e ristoranti dovranno tenere le serrande abbassate sette giorni su sette.
“La situazione peggiora ulteriormente perché le limitazioni dovute alla zona arancione sommate a quelle ad effetto dell’ordinanza del governatore rappresentano un appesantimento delle misure per i nostri concittadini”, ha concluso Rancan.

M5s: serve meno confusione tra sindaci e Regione, situazione critica. Da domenica l’Emilia-Romagna passerà a zona arancione. Si tratta di una decisione a cui il Governo è arrivato dopo che i dati nella nostra regione continuano a non essere rassicuranti. È vero, la curva dei nuovi contagi negli ultimi giorni si è stabilizzata ma resta pur sempre molto alta: più di 2 mila al giorno a fronte di oltre 20 mila tamponi effettuati. Ma quello che preoccupa ancor di più è il numero dei morti (40 oggi, 49 ieri) e la crescita dei posti in terapia intensiva (il saldo negli ultimi cinque giorni è di + 31 ricoveri). Adesso, come ripeto da un po’ di tempo, serve senso di responsabilità, da parte di tutti. Stiamo chiedendo ai cittadini altri sacrifici nella speranza che la situazione migliori ma, come amministratori e politici, abbiamo l’obbligo di dare regole e informazioni il più possibili semplici e chiare. Per questo temo che il susseguirsi di ordinanze da parte di sindaci e presidenti di Regioni negli ultimi giorni abbia contribuito ad accrescere la confusione sulle regole e i comportamenti da seguire. Confusione che, in un momento particolarmente delicato come quello che stiamo vivendo, non possiamo proprio permetterci.

Zappaterra (Pd): “Bonaccini pensa a tutelare la comunità regionale, loro solo a speculare”. “È triste notare come in una situazione drammatica come quella che viviamo, alcuni esponenti dell’opposizione pensino solamente a una becera speculazione politica invece che alla tutela della comunità regionale.
La salute dei cittadini non dovrebbe mai diventare terreno di polemica, bensì di condivisione e unione al di là dei legittimi schieramenti.
In questo senso andava l’ordinanza firmata ieri dal Presidente Bonaccini, frutto di un lavoro comune con i colleghi Zaia e Fedriga, tra l’altro esponenti della coalizione a cui appartiene chi ci attacca.
Oggi l’Istituto Superiore di Sanità e il Ministero hanno deciso di inserire l’Emilia-Romagna nella fascia arancione, e le nuove disposizioni si uniranno a quelle dell’ordinanza regionale, promuovendo così situazioni più facilmente controllabili al fine di evitare assembramenti e – questo è il fine ultimo che non va mai dimenticato – tendere a far diminuire i contagi. La salute dei cittadini e delle cittadine, la tenuta del sistema sanitario, oggi sono le priorità. Il resto solo inutile rumore di fondo di chi preferisce lucrare qualche voto in più invece che remare nella stessa direzione per uscire il prima possibile da questa situazione così drammatica”. A dichiararlo è Marcella Zappaterra, Capogruppo Pd in Regione Emilia-Romagna.