Aemilia, impugnata l’assoluzione in appello per Pagliani. L’ex consigliere: “È persecuzione”

Giuseppe Pagliani

Alla fine del 2020 l’ex consigliere comunale e capogruppo del Popolo della Libertà a Reggio Giuseppe Pagliani è stato assolto dalla prima sezione della Corte di Appello di Bologna dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa nel processo di appello bis Aemilia “per non aver commesso il fatto”.

La sentenza, tuttavia, è stata impugnata dall’accusa, che porterà dunque il processo fino alla Corte di Cassazione. La decisione è stata duramente contestata da Pagliani: “Quello che l’accusa dopo tre assoluzioni piene (riesame, primo grado e secondo grado di giudizio) continua ad avanzare nei miei confronti è un tentativo accanito di persecuzione che non ha precedenti a memoria d’uomo nei nostri territori, a dimostrazione che ci sono ragioni che vanno al di là del merito che è stato sviscerato in oltre sei anni di processi, ribadendo in ogni sede la mia totale innocenza”.

Secondo l’avvocato reggiano “si è persa da tempo la misura e si continua una caccia alle streghe che offende la verità, oltre alle tante persone che credono nella giustizia in questa nazione. Un reato non lo si può inventare, nonostante si scelga strumentalmente di allungare all’infinito un processo terminato nei fatti 22 giorni dopo il suo avvio”.

“Mi limito ad affermare questi pochi concetti – ha concluso Pagliani – sicuro del fatto che la Cassazione, che ha già riconosciuto l’infondatezza della tesi accusatoria annullando la precedente sentenza della Corte di appello, ponga fine a questo processo ormai divenuto un incubo per me, per la mia famiglia, per i miei colleghi, per i tanti amici che mi hanno con forza sostenuto in questi lunghissimi anni. Lascio i commenti giuridici ai miei difensori, gli avvocati Sivelli e Borgogno”.

Pagliani era stato arrestato nel 2015 nell’ambito della maxi-operazione Aemilia contro la ‘ndrangheta in Emilia-Romagna. Fu poi assolto in primo grado dal giudice per l’udienza preliminare, dopo essersi avvalso del rito abbreviato; dopo il ricorso dell’accusa, tuttavia, fu condannato a quattro anni di reclusione dalla Corte di appello, ma in seguito la Cassazione annullò la sentenza con rinvio, sostenendo che dovevano essere risentiti alcuni testimoni. Il processo di appello bis si è concluso lo scorso dicembre in modo opposto rispetto al primo, con una nuova pronuncia di assoluzione per Pagliani.