Il bacio di Saman, il padre al telefono: “L’ho uccisa io, per il mio onore”

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C’è una conversazione ritenuta centrale dagli inquirenti agli atti del processo – la prima udienza è fissata per il 10 febbraio del 2023 – a carico dei familiari di Saman Abbas, la ragazza di 18 anni di origine pakistana svanita nel nulla (e mai più ritrovata) nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio del 2021 dalla sua casa di Novellara, in provincia di Reggio, dopo essersi opposta a un matrimonio combinato con un cugino in patria che era stato organizzato per lei dai suoi genitori.

“Ho ucciso mia figlia”: sono queste le parole di Shabbar Abbas, padre di Saman, pronunciate durante una chiamata effettuata dall’uomo – all’epoca già scappato in Pakistan – a un parente in Italia l’8 giugno dell’anno scorso (dunque poco più di un mese dopo la scomparsa della giovane), e registrate grazie a un’intercettazione telefonica.

Lo scorso 17 maggio il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Reggio, accogliendo le richieste della procura reggiana, che ha coordinato le indagini, ha disposto il rinvio a giudizio per tutti e cinque gli indagati, accusati a vario titolo di sequestro di persona, omicidio premeditato in concorso e soppressione di cadavere.

Tre di questi sono già stati arrestati: lo zio della ragazza, Danish Hasnain, considerato l’esecutore materiale del delitto; il cugino Nomanhulaq Nomanhulaq, rintracciato e arrestato lo scorso 14 febbraio in un appartamento del centro di Barcellona, in Spagna; Ijaz Ikram, un altro cugino della diciottenne, fermato nel giugno del 2021 in Francia mentre tentava di raggiungere la Spagna.

Sono ancora latitanti, invece, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, i genitori di Saman, fuggiti in Pakistan all’indomani della sparizione della figlia: sono entrambi destinatari di un mandato di cattura internazionale. Secondo l’accusa i parenti della ragazza avrebbero agito per punire la giovane, che voleva ribellarsi alle tradizioni di famiglia e andarsene di casa per vivere con il suo fidanzato.

L’intercettazione, ha commentato  la deputata emiliana della Lega Benedetta Fiorini, “è tanto abominevole quanto inequivocabile. Una dichiarazione a carattere confessorio. Ribadiamo con forza l’appello al Ministero degli esteri affinché solleciti con tutti i mezzi a disposizione in sede diplomatica la richiesta di ricondurre urgentemente in Italia i genitori di questa povera ragazza di Novellara e che questi ultimi rispondano penalmente, assieme ai tre familiari arrestati all’estero nei mesi scorsi. La verità è venuta a galla. Ora giustizia per Saman. Quello che è successo a Reggio non dovrà mai più succedere a nessuna ragazza: e chiunque abbia lasciato Saman sola, consegnandola nelle mani dei suoi carnefici, deve assumersi le proprie responsabilità”.

Lo scorso aprile la Camera aveva approvato un disegno di legge, di cui era prima firmataria la deputata Stefania Ascari del Movimento 5 Stelle, che riconosceva il rilascio del permesso di soggiorno alle vittime del reato di costrizione o induzione al matrimonio: “Fu chiamata “legge Saman” perché faceva riferimento proprio al caso della giovane di origini pachistane della quale oggi purtroppo sappiamo il triste destino”, hanno ricordato la vicepresidente della Camera Maria Edera Spadoni e i pentastellati Davide Zanichelli, Maria Laura Mantovani e Gabriele Lanzi

“Il segnale che lanciò Montecitorio più di 5 mesi fa era chiaro e forte: la cultura dei matrimoni forzati fa parte di quelle tradizioni arcaiche e patriarcali che non ci appartengono e che un Paese civile non può e non deve accettare. La legge prevede il rilascio immediato del permesso di soggiorno alla vittima che denuncia il reato di matrimonio forzato, così che possa svincolarsi dalla famiglia di origine; per chi commette il reato, inoltre, potrà essere adottata quale ulteriore misura sanzionatoria la revoca del permesso di soggiorno e dell’espulsione”. Per Spadoni, Zanichelli, Mantovani e Lanzi “è assolutamente necessario che il prossimo Parlamento si attivi immediatamente per approvare una legge, riprendendo possibilmente quella che aveva già avuto il via libera alla Camera, per impedire che in futuro si verifichino altre simili tragedie”.