Il Draghi bis si allontana, le urne sono più vicine. Il Pd spera che il premier ci ripensi

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Il governo Draghi bis si allontana sempre di più. La situazione si fa sempre più complicata e difficile da sbloccare. I partiti hanno ancora quattro giorni per trattare e rimettere insieme i pezzi della crisi che si è aperta con il non voto di fiducia del Movimento al Senato ma si tratta di un’impresa in salita. Le divisioni diventano più marcate e il movimento guidato da Giuseppe Conte continua a essere attraversato da profonde tensioni avvicinando le urne.

Ritirare o meno la delegazione al governo è la domanda che manda in tilt i pentastellati nelle stesse ore in cui Salvini e Berlusconi chiudono a qualsiasi ipotesi di poter continuare a sedere insieme ai 5S nell’esecutivo. Ma convergono sul fatto che ascolteranno molto attentamente quello che avrà da dire il premier in aula e promettono di continuare a “difendere gli interesse degli italiani con serietà e coerenza”. Il Pd, che continua a sperare in un ripensamento di Draghi, resta convinto che “formato e perimetro” della maggioranza debbano rimanere inalterati. Ma se queste sono le “premesse”, osserva il sottosegretario a Palazzo Chigi Bruno Tabacci, “la legislatura è finita”. E anche il leghista Giancarlo Giorgetti ammette che “le squadre sono ormai stanche”. “Draghi è la nostra garanzia a livello internazionale, ha tenuto una posizione ineccepibile e deve rimanere”, è l’appello di Pier Ferdinando Casini.



C'è 1 Commento

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  1. paolo

    Ci ha condotti nella M con una politica estera del C, per lui i 2 gradi in meno, che diventeranno 5 o 6 a dicembre, non saranno un problema, il problema sarà entrare e uscire da Montecitorio, avrà pensato che è meglio starne fuori.


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