L’appello: il centro di Reggio è allo sbando

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Un lettore, M. Montermini, scrive a 24Emilia una lettera aperta (che qui sotto pubblichiamo) e, come richiesto dal cittadino, giriamo alle istituzioni competenti, a cui viene richiesto di vigilare con più energia sulla sicurezza del centro storico di Reggio Emilia.

“Lettera aperta a gentilissima Prefetto, egregio signor Questore e signor Sindaco di Reggio Emilia.

Era il 9 gennaio scorso quando veniva deciso di attivare la ‘vigilanza dinamica dedicata’ in aree sensibili del centro storico di Reggio Emilia interessate da criticità legate alla sicurezza e al degrado.

Ora, poco più di due mesi dopo, la vigilanza sembra essere ‘evaporata’ e nulla è cambiato.
Lo spaccio prosegue a ritmo serrato, gli ubriachi bivaccano indisturbati, ogni tanto una rissa, urla e lancio di bottiglie. Ragazzine aggredite davanti alla stazione o all’uscita di scuola vicino al Parco del Popolo, una signora all’ospedale per tentato furto in una tranquilla domenica pomeriggio, un’altra buttata in terra sabato sera.

Immondizia, vomito, urina, deiezioni corporali. Ragazzi che dormono per strada o nei parchi.

La novità della stagione sono i vetri rotti delle auto in molte vie del centro per tentare di rubare qualcosa all’interno. Tanto che se si vuole fare un aperitivo con le amiche in un tranquillo venerdì sera occorre prendere un taxi per venire in centro.

Ma cos’è una presa in giro? Un brutto sogno?

Si sta avvicinando l’estate e come ogni anno la situazione peggiorerà e noi residenti del centro storico siamo molto, molto preoccupati. L’esercito non risolve, ma funziona come presidio, come deterrente. Sarebbe un inizio perché si è perso completamente il controllo della situazione e riteniamo sia urgente ripristinare l’idea che ci sono anche delle regole e che vanno rispettate. Si mettano presidi fissi delle forze dell’ordine o perlomeno si prosegua con la vigilanza dinamica. Si faccia qualcosa! Non possiamo avere paura ad uscire la sera o a lasciare andare fuori i nostri figli.

È stato detto che parlare male dello stato di degrado della nostra città crea un ‘danno reputazionale’. Il nostro in realtà è un grido di dolore, si tratta di un atto di amore per un luogo in cui si è nati o si è scelto di vivere. Un tentativo, forse l’ultimo, per non essere costretti ad abbandonare la propria casa, la propria città. Un ultimo disperato appello per riuscire a vivere serenamente la propria quotidianità.

Sì, il mondo cambia e continuerà a farlo, e anche le aree urbane e i rapporti sociali, ma occorre aprire gli occhi, mettersi ‘una mano sul cuore’ e chiedersi se davvero si sta facendo tutto il possibile per questa città che rischia di affogare.

Non si tratta di ideologie, ma di realtà. I residenti non sono ‘nemici’ o ‘avversari elettorali’. Sono coloro che hanno dato fiducia a chi li governa perché sperano in poter continuare ad essere fieri della propria città.

Noi reggiani lo siamo sempre stati. Adesso, forse, ce ne vergogniamo. Ci vergogniamo dell’indifferenza, del ‘muro contro muro’ tra cittadini e istituzioni, della mancanza di ascolto. Ci vergogniamo di chi fa delle scelte senza sapere cosa sta realmente accadendo, senza girare per le strade, senza voler capire.

Non si tratta di ideologia, ma di decenza o, piuttosto, di ‘coscienza’”.

 



Ci sono 4 commenti

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  1. Simeone

    Due domande:
    1) Perché si parla di danno REPUTAZIONALE?
    Qual è, il (loro) fine?
    Gli interessa davvero qualcosa dei residenti, di chi li ha votato e messi lì?
    Si sono dimenticati che sono pagati coi nostri soldi e non con quelli dei delinquenti che stanno mettendo a ferro e fuoco il centro?
    2) Perché, nonostante tutto ciò, non vi ribellate?
    Siete di più.
    Cosa temete?
    Se non conquistate, verrete conquistati.
    È questo il futuro che volete per voi ed i vostri figli?
    Perché il disegno, è quello.
    E se aspettate l’aiuto di chi è parte integrante ed ideatrice di quel disegno, verrete spazzati via.
    Oggi più che mai, c’è bisogno di resistenza.
    In bocca al lupo.

  2. Patrizia

    Concordo pienamente, si parla tanto…si promette ancora di più per poi ridursi a questo stato.
    Ultimamente abbiamo letto del successo di Reggio Children…esempio ne mondo di un approccio educativo veramente efficace…..poi…quando questi bambini cresceranno…troveranno abbandono, degrado e avremo di nuovo fallito.
    Non so se riusciremo a rimediare…ma le nostre scelte saranno quelle che un domani ci daranno le risposte e le condizioni per vivere nella nostra città con più rispetto, sicurezza e diritti.

  3. pippo

    alcune piccole osservazioni: se i residenti hanno dato fiducia a chi li governa è ora che aprano gli occhi perchè il centro è in abbandono da diverse legislazioni, ben prima degli anni 2000. lo strazio di oggi è frutto di anni di scelte sbagliate, o forse volutamente sbagliate… allora è gioco forza accorgersi di come e cosa fare per valorizzare gli spazi urbani ed è spesso l’ideologia che entra pesantemente in campo (ideologia sommata ad economia…). secondo: non mi sembra che i reggiani siano così affezionati alla città, anzi ogni scusa è buona per andare da un’altra parte. terzo: troppo spesso anche gli abitanti del centro storico esagerano in egoismi ed uso personale della città, con lamentele eccessive. insomma, adesso tutti si accorgono che il centro è in stato di abbandono, ma dove eravano quando veniva trasferito tutto all’esterno della città?


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