Giuseppe Maria Soli, “Un architetto modenese”: le celebrazioni a 200 anni dalla morte

Soli-Archimede 1779 olio su tela (1)

Artefice del rinnovamento artistico e urbanistico modenese, fondatore e primo direttore della scuola che oggi è l’Istituto d’arte Venturi, Giuseppe Maria Soli fu architetto di spicco del ducato estense tra Sette e Ottocento e tra i protagonisti della diffusione della cultura neoclassica a Modena nel periodo che dalla fine dell’Antico regime giunge fino alla Restaurazione.

Oggi, a duecento anni dalla morte, avvenuta a Modena il 20 ottobre 2022, il pittore e architetto modenese, autore della sede storica dell’Istituto Venturi di via Belle Arti e del completamento e ristrutturazione del Palazzo Ducale, viene celebrato con un convegno internazionale di studi, mostre, conferenze e visite guidate che hanno l’intento di farne conoscer la vicenda umana e professionale, mettendo in evidenza il ruolo che ebbe in ambito locale, italiano ed europeo.

Il programma dal titolo “Giuseppe Maria Soli. Un architetto modenese tra Antico Regime e Restaurazione” è stato presentato questa mattina, dai promotori dell’iniziativa, nel cortile dell’Esedra della sede storica del Venturi, in via Belle Arti, dove si è concluso di recente, a cura della Provincia di Modena, l’intervento di restauro che ha riguardato intonaci, tinteggi e stucchi della facciata principale e lo stesso cortile a esedra. Alla conferenza stampa sono intervenuti Andrea Bortolamasi, assessore alla Cultura del Comune di Modena; Licia Beggi Miani, segretaria generale Accademia Nazionale di Scienze Lettere e Arti; Francesca Piccinini, direttrice Museo Civico di Modena; Gabriella Morico, coordinatrice del progetto per l’Istituto Venturi; Vincenzo Vandelli, tra i coordinatori del convegno, Sofia Cattinari, presidente Ordine degli architetti di Modena.

Elogiato da Canova, dallo storico dell’arte Francesco Milizia e dallo stesso Napoleone, Giuseppe Maria Soli svolse un ruolo primario nella formazione tecnica e artistica dell’Italia napoleonica lasciando segni nell’immagine della città ancor oggi fortemente riconoscibili. Dopo un periodo di oblio, sarà Adolfo Venturi, il padre della storia dell’arte italiana, a restituirgli il giusto rilievo anche nell’insegnamento artistico a Modena e nella salvaguardia del patrimonio artistico cittadino ed estense.

Le celebrazioni riserveranno un’attenzione particolare al contesto storico e culturale nel quale Soli visse e operò, ponte fra due secoli, in cui si delineò la congiuntura politica, culturale e disciplinare che avrebbe influenzato i destini dei protagonisti dell’architettura italiana del primo Ottocento.

E un ruolo speciale lo avranno gli studenti e i docenti dell’Istituto “Adolfo Venturi”, le cui origini risalgono al 1785, quando il duca Ercole III d’Este affidò all’architetto Giuseppe Maria Soli l’istituzione, la progettazione, l’organizzazione e la direzione della scuola di Disegno di Figura, di Nudo, di Scultura e di Ornato divenuta poi Accademia Atestina di Belle Arti e infine, nel 1923, Istituto d’Arte “A. Venturi”. Nel solco della poliedricità del “padre” dell’Istituto, gli allievi, con il coordinamento dei docenti, hanno realizzato materiali grafici, reportage fotografici, il modello ligneo della scomparsa porta Sant’Agostino e il sito web www.giuseppemariasoli.it dedicato all’itinerario delle architetture di Soli con relativo tour guidato, dal titolo “Nel segno di Soli” che si terrà su prenotazione il 22 e 23 ottobre.

Le iniziative nell’ambito di “Giuseppe Maria Soli. Un architetto modenese tra Antico Regime e Restaurazione” sono promosse da Museo Civico di Modena, Accademia Nazionale di Scienze, Lettere e Arti, Iis. “A. Venturi”, Fondazione Architetti della Provincia di Modena con il patrocinio delle Università di Bologna e Parma, della Provincia di Modena e dell’Ufficio Beni Culturali Arcidiocesi di Modena e Nonantola e dell’Archivio di Stato; si avvalgono del sostegno di Opificio Bio Aedilizia, di Ceramiche Marca Corona, Candini Impresa di restauro e Amici delle Galleria Estensi.

Gli appuntamenti. Giovedì 20 ottobre, anniversario dei duecento anni dalla morte, il Convegno internazionale di studi “Giuseppe Maria Soli. Un architetto modenese tra Antico Regime e Restaurazione” apre il programma delle celebrazioni a lui dedicate. Il convegno, che ha l’obiettivo di inquadrare la vicenda dell’architetto modenese in ambito locale, nazionale e europeo, prosegue anche venerdì 21 ottobre ed è curato da Sonia Cavicchioli, Carlo Mambriani e Vincenzo Vandelli con sede all’Accademia Nazionale di Scienze, Lettere ed Arti di Modena (il programma dettagliato disponibile sul sito www.accademiasla-mo.it).

Nel fine settimana del 22 e 23 ottobre si potrà partecipare all’itinerario guidato “Nel segno di Soli”, una passeggiata in centro storico alla scoperta dei luoghi e delle architetture di Giuseppe Maria Soli, da palazzo Carandini alla serra dell’Orto botanico, da palazzo Campori a palazzo Schedoni. Il ritrovo è davanti a Palazzo ducale alle 15.30 e la partecipazione è gratuita ma con prenotazione obbligatoria. L’itinerario è condotto dagli studenti del liceo artistico Ventura mentre gli studenti del corso professionale di Servizi culturali e dello spettacolo del Venturi che hanno realizzato il sito www.giuseppemariasoli.it, sul quale ognuno potrà costruire il proprio itinerario e scoprire in autonomia le architetture di Soli in città.

La vita e le creazioni artistico-architettoniche di Soli sono ripercorse in tre mostre allestite in tre diversi istituti cittadini: all’Accademia di Scienze, Lettere e Arti di Modena si può visitare “Giuseppe Maria Soli in Accademia. Carte private e progetti dall’archivio Soli”. Grazie al Fondo Soli, affidato dagli eredi, la mostra espone disegni, progetti, sagome e schizzi autografi dell’architetto modenese e offre l’opportunità di ripercorrerne la formazione romana e l’esperienza alla corte Estense e al servizio di Napoleone a Venezia (aperta tutti i giorni dal 20 ottobre al 20 novembre, dalle 9 alle 17, su prenotazione).

“Architetture perdute” è la mostra che a Palazzo dei Musei espone i modelli lignei di due importanti architetture perdute di Giuseppe Maria Soli: la scenografica porta Sant’Agostino (1789-1793) e il monumentale ponte di Sant’Ambrogio (1789-1793) che rivivono nei modelli eseguiti dal Laboratorio di “Ricerca Emilia” dell’Università di Bologna e dagli allievi del corso di Architettura e di design dell’arredamento del liceo artistico Venturi (dal 20 ottobre al 27 novembre, ingresso libero dal lunedì al sabato dalle 8.30 alle 19, domenica e festivi dalle 9.30 alle 19.30).

Allestita all’Archivio di Stato, “Un pittore e architetto fra Sette e Ottocento. Giuseppe Maria Soli dalle carte dell’Archivio di Stato di Modena”, è la mostra che ripercorre attraverso i documenti alcuni momenti salienti della vita dell’architetto lungo un arco temporale di circa cinquant’anni, dall’Antico Regime all’Epoca napoleonica fino alla Restaurazione (dal 9 ottobre al 30 dicembre, il martedì e il venerdì dalle 9 alle 15, su prenotazione).

A corredo delle iniziative è un ciclo di conferenze di approfondimento affidate a tecnici e studiosi coordinati dalla presidente dell’Ordine degli Architetti Sofia Cattinari e curate da Sonia Cavicchioli, Carlo Mambriani e Vincenzo Vandelli. Gli incontri sono pensati come ulteriore avvicinamento al tema, spaziando dalla formazione, all’attività progettuale fino al recupero di architetture e di spazi urbani ideati dallo stesso Soli e ancor oggi al centro di un acceso dibattito cittadino (ingresso libero). Nella sede del Venturi, in via Belle Arti 16, il 28 ottobre, alle 17, Lidia Righi Guerzoni dell’Accademia Nazionale Scienze Lettere e Arti, presenta “… alla studiosa gioventù sia di stimolo ed allettamento”. L’ Accademia Atestina, la docenza e la direzione di Giuseppe Maria Soli nell’obiettivo promozionale di giovani artisti. Paola Vincenzi, della Provincia di Modena, e Antonella Donatucci, di Encausto srl presentano “Il restauro dell’Esedra dell’Accademia Atestina di Belle Arti”.

Il 7 novembre, ore 17,30, sempre nella sede di via Belle arti, Marinella Pigozzi dell’Università di Bologna presenta “La formazione di Giuseppe Maria Soli fra antico e ragione in Accademia Clementina”, mentre l’11 novembre, alle 17.30, nella sede dell’Accademia nazionale in corso Vittorio Emanuele 59, Sonia Cavicchioli dell’Università di Bologna presenta “Dopo Giuseppe Maria Soli. Decorazione e ornato nel Palazzo Ducale di Francesco IV”.

Il 19 novembre, alle 10, nella sala ex oratorio di Palazzo dei Musei, Giovanni Leoni, Università di Bologna, Franco Mancuso, comitato scientifico Ancsa, con il coordinamento di Giovanni Cerfogli, approfondiscono il tema “Largo Sant’Agostino. Passato e futuro di una piazza Estense”.

La biografia. Nato a Vignola il 23 giugno 1747, e formatosi all’interno del fervore intellettuale che caratterizzava l’ambiente bolognese, Giuseppe Maria Soli si trasferì nel 1770 a Roma, in quegli anni teatro di appassionati dibattiti artistici ed estetici, dove comprese e consolidò la sua vocazione classicista. Richiamato a Modena nel 1784 e nominato “Ducale Architetto” da Ercole III, divenne il protagonista della vita artistica modenese, contribuendo a rinnovare il volto architettonico della capitale estense in senso neoclassico e purista. Condizionò profondamente la cultura e le arti modenesi, segnando con la propria attività progettuale il definitivo superamento della maniera rocaille e portando in patria il ricchissimo patrimonio culturale assimilato negli anni di formazione a Bologna e Roma. Dalla cattedra dell’Accademia di Belle Arti, da lui stesso fondata (1785) e diretta per quasi quarant’anni, Soli contribuì a formare una nuova generazione di pittori e architetti.

Tra le sue opere si ricordano la sede storica dell’Istituto Venturi (1785-1787), ancora contaminato da riflessi di gusto tardo settecentesco e da una sensibilità archeologizzante, il ponte di sant’Ambrogio sul fiume Panaro (1789-1793) e l’edificio di Porta sant’Agostino (1789-1792).

Durante la parentesi repubblicana e napoleonica (1796-1814) Soli s’indirizzò verso uno stile depurato dagli elementi decorativi e dagli ordini classici (Palazzo Campori a Modena, 1804), senza tuttavia giungere a esiti radicali che potessero destabilizzare il dominio della tradizione classica, come evidente nella trasformazione delle Procuratie di Venezia (1810-1814).

Il rientro del duca estense a Modena (1814) segnò per Soli il ritorno alla dipendenza da modelli classici, già avviato nel secondo periodo napoleonico e confermato durante gli ultimi anni al servizio della politica assolutistica di Francesco IV. Nominato dal duca Architetto Reale, Soli fu profondamente condizionato dal clima di restaurazione e di generale ritorno all’ordine, abbandonando le sperimentazioni puriste per rivolgere l’attenzione a un più decoroso stile sobrio e ripiegandosi nell’avallo della tradizione classicista.

In qualità di membro della Commissione di Ornato (1807) si impegnò in una intensa attività di rinnovamento urbanistico della città, tramite il riordino e il decoro sia dei singoli edifici che della reciproca correlazione degli spazi, comprese le strade e le piazze. L’incarico più prestigioso di questo periodo fu il completamento e la ristrutturazione del Palazzo Ducale di Modena comprendente la ricostruzione della facciata orientale (1814-1817) e dei nuovi prospetti nord e ovest (1817-1822).

Il 20 ottobre 1822 Giuseppe Maria Soli morì e il figlio Gusmano gli succedette nella carica di Ispettore delle Fabbriche di Corte, portando a termine quanto era stato progettato dal padre.