Fase 2. Fiorini (FI): serve piano strategico per ricostruzione Paese

Benedetta Fiorini Forza Italia

“Gli interventi tampone, che peraltro tardano ad arrivare, servono a poco se non sono inquadrati in un piano economico di ampio respiro a lungo termine. Serve invece un piano con misure straordinarie e coraggiose, come il rinvio delle scadenze fiscali fino al 31 dicembre. Un piano per sostenere la domanda di Made in Italy nel mondo, un piano che aiuti imprese e attività commerciali a riaprire, non a chiudere, come invece sta accadendo stando ai dati Istat con una mortalità di 9000 imprese in più rispetto allo scorso anno. Ma serve soprattutto liquidità e semplificare e velocizzare le procedure per l’accesso alle risorse economiche. Le imprese italiane non possono più aspettare”.

Lo ha sostenuto la deputata Benedetta Fiorini, segretario della Commissione Attività produttive della Camera e Responsabile del Dipartimento Eccellenze Italiane di Forza Italia, rivolgendosi al ministro dello Sviluppo economico Patuanelli nel corso dell’audizione sul decreto Liquidità davanti alle commissioni Attività produttive e Finanze della Camera.

“E’ fondamentale – aggiunge Fiorini – che lo Stato inizi a pagare i 70 miliardi di euro di crediti che le imprese vantano nei confronti della PA perché ciò garantirebbe liquidità immediata (e dovuta) per le imprese. Ci sono, inoltre, 6 miliardi di euro già stanziati per i cantieri su tutto il territorio nazionale destinati alla liquidazione di Stati Avanzamento Lavori per opere già realizzate, quindi soldi già accantonati e disponibili che però sono inspiegabilmente fermi. Ci sono 2,1 milioni di imprese e attività commerciali ferme, 168 fiere rinviate o annullate, intere filiere bloccate: il turismo, la filiera agroalimentare che è in difficoltà e servirebbero i voucher per poter impiegare i lavoratori stagionali; la nautica da diporto, il settore della moda e del tessile che è in crisi perché è stata chiusa tutta la filiera distributiva; l’automotive; l’edilizia, l’industria metalmeccanica e quella della ceramica che è un settore strategico con un export che supera l’80%. Fino ad adesso il Governo non è riuscito ad aiutare le imprese, i commercianti e gli artigiani, i liberi professionisti, ma soprattutto non gli ha dato certezze sul futuro. Dopo la riapertura delle imprese bisogna far ripartire velocemente il commercio e l’horeca, due importanti canali di sbocco per la produzione e per far ripartire i consumi. Come hanno chiesto anche alcuni presidenti di regione, il settore fieristico necessita di un fondo stimato di 800 milioni di euro per il sostegno alle centinaia di imprese, anche dell’indotto. Serve un piano specifico per il settore delle fiere le quali sono state rinviate o posticipate e ciò avrà pesantissime ripercussioni anche sull’indotto. Sulla questione dell’ingresso dello Stato nei capitali delle imprese, diversamente da quanto ha sostenuto Gualtieri, Patuanelli ha aperto sulla possibilità di interventi nella capitalizzazione delle imprese in difficoltà con l’obiettivo di sostenerle in questo momento di difficoltà, vedendo una misura del genere come un’opportunità. Mi auguro però – conclude Fiorini – che non passi il concetto di sovietizzazione delle aziende.”