Morfologhìa. Fare un passo oltre la pietra e la fionda

zanichelli_davide

C’è una poesia che tutti abbiamo studiato a scuola (in foto Hiroshima, il Peace memorial park e l’Atomic Dome).

È di Salvatore Quasimodo, scritta nel 1946, all’indomani della Seconda Guerra mondiale e della vergogna di Hiroshima e Nagasaki.

Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
Quando il fratello disse all’altro fratello:
«Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
Salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.

Di questa poesia mi ha sempre colpito il finale: dimenticate i padri.
La stessa affermazione del Cristo in Matteo 10, 34-36:

Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra;
non sono venuto a portare pace, ma una spada.
Sono venuto infatti a separare
il figlio dal padre, la figlia dalla madre,
la nuora dalla suocera:
e i nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa.

Se non saremo capaci di raccogliere questi insegnamenti così radicali e scandalosi, se non sapremo rendere capaci di nuovi pensieri i nuovi uomini, cioè i bambini di oggi, non sarà possibile fare un passo oltre la pietra e la fionda, neanche tra mille anni.
Urgono pensieri nuovi, nuovi modelli educativi, fondati su un’immagine grandiosa dell’uomo e della dignità di cui ogni uomo è portatore. Al contrario, tutto oggi concorre a sminuire la figura umana: certo pensiero scientifico (siamo un insignificante granello di polvere nell’universo), certo pensiero antropologico (l’uomo è un animale), certo pensiero ecologista molto di moda (per la natura l’uomo è il problema, senza l’uomo il pianeta terra sarebbe un posto migliore), certo pensiero economico (l’uomo è una risorsa, cioè un mezzo).

Nel 1919, anche allora dopo la tragedia fratricida della Grande Guerra, Rudolf Steiner, fondando la prima scuola Waldorf, nata proprio dalla volontà di gettare il seme di un rinnovamento sociale, scriveva parole che ancora oggi attendono di essere pienamente comprese e attuate.

La domanda che va posta non è che cosa occorre che l’uomo sappia fare per l’ordinamento sociale esistente, ma l’altra: quali disposizioni porta l’uomo in sé e che cosa può venir sviluppato in lui. In questo modo diverrà possibile che la generazione che cresce apporti forze sempre nuove all’ordinamento sociale. In esso vivrà allora quello che continuamente possono farne gli individui umani completi che vi entrano, anziché costringere la nuova generazione a diventare ciò che l’ordinamento già esistente vuole ch’esso sia.

Una sfida non più rimandabile per gli adulti di oggi: sapranno i padri educare i figli alla necessità di dimenticarli?




C'è 1 Commento

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  1. Corrado

    Dimenticare gli Achille, che combattono per l’hibrys, ma riscoprire gli Ettore, che rispettano i patti civili, sanno parlare alle donne e si tolgono la corazza e l’elmo prendendo in braccio i figli.


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