Esami fittizi per far ottenere permessi di soggiorno, arrestate 5 persone a Modena

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La squadra mobile di Modena, delegata dal pubblico ministero Francesca Graziano, ha arrestato cinque persone (una è finita in carcere, le altre ai domiciliari) con l’accusa di corruzione, falsità ideologica, truffa, contraffazione di documenti (necessari al rilascio della carta di soggiorno per lungo periodo) e indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato.

In totale, però, gli indagati sono venticinque: secondo l’accusa avrebbero organizzato esami fittizi sulla conoscenza della lingua italiana per far ottenere il permesso di soggiorno a persone di origine straniera. Il giro di affari era gestito da una coppia di italiani titolare di una società con agenzie in tutta Italia.

Il sistema faceva capo a un Centro di formazione linguistico accreditato presso l’Università per Stranieri di Perugia. A chi doveva sostenere gli esami, dietro pagamento di centinaia di euro (da 450 a 700 a seconda dei casi, rigorosamente in contanti), venivano fornite risposte già compilate o aiuti dalla commissione per aiutarli a ottenere il certificato di lingua italiana “Celi” pur non avendone i requisiti. Secondo le indagini sarebbero complessivamente circa 6mila gli stranieri che avrebbero beneficiato di questi aiuti tra Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige ed Emilia-Romagna.

Nel corso delle sessioni di esami, grazie alle indagini, è stato riscontrato in più occasioni l’accesso in aula di soggetti non iscritti, che avevano il compito di ricopiare gli appunti o di compilare le schede d’esame per conto di candidati che non sarebbero stati in grado di sostenere il test in lingua italiana.

Le sessioni di esame organizzate nei mesi di luglio e settembre dello scorso anno hanno fatto evidenziare un risultato del 100% di promossi, mentre l’ultima prova – a novembre, quando l’ateneo perugino (in accordo con gli organi inquirenti) ha sostituito il giorno stesso i fascicoli di esame – ha causato la bocciatura di tutti i candidati presenti.

È stato inoltre scoperto che, nel corso delle sessioni, i candidati stranieri avevano risposto correttamente a domande relative a contenuti audio pur non avendo mai ascoltato i file in questione. Altri candidati, invece, in palese contrasto con le normative previste hanno sostenuto le prove d’esame all’interno di un phone center di Modena o in altri luoghi non idonei, per poi essere successivamente inseriti negli elenchi delle prove di esame sostenute presso i centri autorizzati dall’università.

Per il procuratore capo di Modena “è stato smascherato con estrema professionalità, sia dalla procura che dalla squadra mobile delegata alle indagini, un sistema che con il pretesto di organizzare corsi di lingua necessari per l’ottenimento di permessi di lungo termine con carta di soggiorno otteneva dai cittadini stranieri esborsi di denaro di gran lunga superiori a quelli dovuti”.

Duro invece il commento del ministro dell’Interno Matteo Salvini: “Altro che ius soli e cittadinanze in regalo, in Italia servono regole, controlli e rispetto. Grazie alle forze dell’ordine!”.