Energia. La nave rigassificatrice a Ravenna

rigassificatore

È stato presentato nella seduta congiunta delle commissioni Economia e Ambiente, presiedute rispettivamente da Manuela Rontini e Stefano Caliandro, il progetto di realizzazione di un rigassificatore a Ravenna che prevede il collegamento alla rete nazionale per distribuire il gas in Emilia-Romagna e in tutta Italia. La presentazione è avvenuta da parte di Snam Fsru (Floating Storage & Regassification Unit).

In sala anche Stefano Bonaccini, nella duplice veste di presidente della Regione e commissario straordinario per la realizzazione di opere strategiche di pubblica utilità indifferibili e urgenti, il sottosegretario alla presidenza della giunta, Davide Baruffi, l’assessore allo Sviluppo economico Vincenzo Colla, nonché Elio Ruggeri, amministratore unico di Snam Fsru, che ha presentato il progetto, e Gabriele Paolo Lanza, program manager di Snam. In precedenza, il documento era stato presentato al Patto per il lavoro e per il clima. Al termine dei lavori delle commissioni, il gruppo di lavoro si è spostato a Ravenna per il tavolo economico organizzato dall’amministrazione comunale.

La presidente Rontini ha spiegato che dopo le presentazioni del progetto “ci sono 120 giorni di tempo affinché il commissario possa esprimersi. La comunicazione di oggi è tempestiva. Noi ci riserviamo di fare approfondimenti e anche interventi in loco, perché il contributo della Regione all’autosufficienza energetica avvenga attraverso un confronto con tutte le forze politiche”. Il presidente Caliandro ha giudicato “interessante l’illustrazione”, ma si è detto “preoccupato perché il momento è nevralgico per la crisi energetica e per la crisi di governo. È positivo che il presidente Bonaccini sia stato nominato commissario. Noi dobbiamo lavorare per dare risposte e contemperare sviluppo e rispetto dell’ambiente. Le commissioni congiunte, nelle prossime settimane, saranno di ascolto e sollecitazione”.

L’assessore Colla ha ricordato che l’incontro “è un atto voluto dal presidente-commissario Bonaccini per una discussione preventiva, nel rispetto della democrazia e della trasparenza. Siamo in uno scenario senza precedenti: pandemia, guerra ai confini dell’Europa, crisi energetica che mette in difficoltà cittadini e imprese, tecnologia che va governata e, impensabile, una crisi di governo. Vedo un fattore positivo: la responsabilità del gruppo dirigente della Regione, giunta e consiglieri”. Il progetto è una risposta energetica “indispensabile per il Paese, perché dobbiamo avere una nostra autonomia energetica. Il “gasdotto di Putin” rischia di mettere in discussione il nostro sistema di approvvigionamento energetico. L’Emilia-Romagna si mette a disposizione per aiutare il Paese. Qui non ci sono vuoti di potere, possiamo agire. Snam ha presentato l’investimento al commissario nel dettaglio. Ci sarà una task force di esperti, nazionali e territoriali, che valuterà il documento, che sarà inviato a 43 soggetti. Abbiamo chiesto a Snam di fornire una previsione anche dell’impatto economico e sociale che avrà questo investimento. Penso che ci saranno le condizioni per gestire tutto con responsabilità”.

IL PROGETTO

Elio Ruggeri di Snam ha esordito affermando che “è la crisi più grave che abbia mai visto e dobbiamo prepararci a fare a meno di 30 miliardi di metri cubi di gas dalla Russia, cioè del 40% di ciò che consumiamo in Italia. Noi ci prepariamo a diversificare nel tempo le fonti di approvvigionamento. Il ministero per la Transizione ecologica ci ha chiesto di intervenire in tempi rapidi per avere nuove opportunità di importazione di gas. Gli impianti rigassificatori sono la strada più veloce. Serve una nave, che già funziona come terminale, ormeggiarla e collegarla al gasdotto. Il mercato delle navi da rigassificazione è esploso a febbraio. Molte navi sono state accaparrate da Germania, Olanda e Paesi baltici, ma Snam ne ha acquistate due tra le migliori, una per il progetto di Piombino e una per quello di Ravenna”.

L’amministratore ha detto che sono già state chieste le autorizzazioni a Piombino e Ravenna, complete di valutazioni ambientali, rischi, sicurezza, emissioni in aria e acqua. “Abbiamo l’urgenza -ha continuato Ruggeri – di mettere a terra la Fsru in breve tempo: serve un sito per l’ormeggio e una struttura per collegarle alla rete del gas. Per l’ormeggio, due sono le soluzioni: o in porto o in mare aperto dove, a Ravenna, c’è già un ormeggio e c’è l’opportunità di restare nei tempi (piattaforma Petra, pensata negli anni ’80 per le petroliere). Adeguare la piattaforma e la linea dei gasdotti vale 250-300 milioni di investimento e i costi operativi sono di decine milioni di euro l’anno.

La “W Singapore”, nome della nave per Ravenna, “è full optional, di ultima generazione, nasce come impianto di rigassificazione e ha tutte le apparecchiature per contenere l’impatto ambientale e garantire la sicurezza. È lunga 300 metri e fa solo una cosa: cambia lo stato del gas, da liquido (Gnl) a gassoso, riscaldandolo e utilizzando acqua di mare. Si tratta di una tecnologia consolidata e testata da tempo nei 200 impianti esistenti nel mondo”.

Dalla piattaforma Petra, in mare, partirà un gasdotto offshore interrato e si arriva alla linea di costa con una perforazione orizzontale (il tubo passa sotto terra per 10-15 metri), poi attraversa la pineta, gira introno alla città e si collega al nodo di Ravenna che alimenta la rete nazionale. “È un progetto semplice -ha concluso Ruggeri- e i lavori di cantiere saranno contenuti: ciò che preme è la tempistica. L’avvio delle attività commerciali, cioè la diversificazione delle fonti, è atteso dal terzo trimestre del 2024 (luglio-settembre). Abbiamo preparato un pacchetto di informazioni, completo e dettagliato, che compone l’istanza. Il commissario può valutare ogni aspetto del progetto e noi siamo sempre a disposizione”.

IL DIBATTITO

“Non posso non rappresentare le perplessità del mondo ecologista per l’impatto che il progetto potrà avere sull’ambiente e sulla sicurezza del porto di Ravenna. Sarebbe un errore se venisse trattato gas acquistato negli Usa, visto che è notoriamente fra i più inquinanti. Stiamo vivendo una crisi energetica perché siamo in ritardo sulle fonti da energie rinnovabili e sulla diversificazione delle fonti energetiche”, spiega Silvia Zamboni (Europa Verde).

Gianni Bessi (Pd) elogia l’opera e sottolinea come sia importante che venga realizzata in Emilia-Romagna. “Bisogna risolvere in fretta il problema dell’energia, perché è una emergenza nazionale”.

Dal canto suo Igor Taruffi (ER Coraggiosa) invita a “mettere in campo diverse soluzioni per risolvere il tema energia, anche diversificando le fonti: dobbiamo sempre ricordarci l’importanza della tutela e della sicurezza ambientale”.

Netta la posizione di Marco Mastacchi (Rete civica): “Bisogna capire bene che tecnologie verranno usate, se si tratta di un impianto aperto o chiuso, perché si deve tutelare la sicurezza dell’ambiente, in particolare del mare e del comparto della pesca”.

A chiedere attenzione agli eventuali impatti sull’ambiente dell’opera è anche Silvia Piccinini (Movimento 5 Stelle): “C’è una crisi energetica, ma non dobbiamo mai dimenticarci che c’è anche una crisi ambientale e climatica”.