Nel pomeriggio di lunedì 19 settembre l’auditorium del centro internazionale Loris Malaguzzi di Reggio ha ospitato l’evento “18 proposte X l’Italia”, organizzato da Unindustria Reggio Emilia a pochi giorni dalle elezioni del 25 settembre per illustrare ai candidati locali delle principali forze politiche le priorità delle imprese per l’immediato futuro: ferma adesione ai principi e ai valori europei; ferma adesione a Nato e occidente; finanza pubblica sostenibile; nessun passo indietro sul Pnrr; welfare equo e sostenibile; l’industria come asset strategico; scuola e università per i giovani; politiche attive del lavoro per sostenere le transizioni; salari e contrattazione collettiva; un fisco per la crescita e la competitività; investimenti per digitalizzazione e sostenibilità; patrimonializzazione e finanza d’impresa; ricerca e sviluppo per il futuro; sanità efficiente; energia e ambiente per una transizione sostenibile; infrastrutture, trasporti e logistica per una mobilità sostenibile; finanza per lo sviluppo; inversione della deriva demografica.
All’iniziativa erano presenti il deputato reggiano del Pd Graziano Delrio per la coalizione di centrosinistra, la deputata reggiana della Lega Benedetta Fiorini per la coalizione di centrodestra, Maura Manghi di Italia Viva per il terzo polo (Azione + Italia Viva) e Davide Zanichelli per il Movimento 5 Stelle, che si sono confrontati sulle richieste dell’associazione economica.
Ad aprire i lavori è stata la presidente degli industriali reggiani Roberta Anceschi: “Da sempre Confindustria è distante dai partiti, ma attenta ai temi dell’attualità politica. Non potrebbe essere diversamente. Il “partito” di chi manda avanti un’impresa, rischiando in proprio, è uno solo: quello della responsabilità e dello sviluppo. Come imprenditori ci auguriamo che dalla volontà degli elettori esca un risultato capace di garantire la stabilità e mantenere la fiducia internazionale. Premesse, queste ultime, indispensabili per superare la difficile congiuntura e sostenere la ripresa. Ne abbiamo tutti bisogno”.
“Nonostante negli ultimi nove mesi l’industria italiana abbia continuato a fare la propria parte per rilanciare il Paese, oggi, alla ripresa autunnale, trova davanti a sé una situazione incerta e gravida di rischi”, ha sottolineato Anceschi: “Tutto ciò dopo i colpi inferti dalla pandemia e mentre assistiamo all’impatto dell’invasione russa in Ucraina. A queste due crisi mondiali si aggiungono elementi che, nel loro insieme, rappresentano una sfida difficile per tutti gli italiani. Mi limito a richiamare le criticità più significative: la bolletta energetica, l’inflazione, i costi della transizione energetica che mettono a rischio molte filiere industriali, il rallentamento dell’economia statunitense e cinese, la carenza di competenze rispetto alla domanda delle imprese e, infine, il peggioramento delle condizioni del credito”.
Proprio la consapevolezza di questo scenario, ha spiegato Anceschi, “ha spinto Confindustria a delineare un’agenda di priorità per il governo che si formerà dopo le imminenti elezioni. Un programma in 18 punti che configura una compiuta strategia d’azione per la prossima legislatura ed è saldamente ancorato alla scelta europea e atlantica. Altrettanto saldo è il convincimento che oggi all’Italia servano una finanza pubblica che non torni a essere a rischio e una spedita attuazione del Pnrr attraverso una stagione di riforme incisive per dare risposta al crescere della povertà e del disagio sociale”.
“Senza una forte azione riformista non miglioreranno né la produttività né la qualità della spesa pubblica, non attireremo capitali, non daremo risposta ai 10 milioni di italiani a rischio povertà, non invertiremo la curva demografica e non difenderemo la crescita della nostra industria nelle catene globali del valore. Per l’insieme di queste ragioni le elezioni di domenica esprimono un valore che va al di là del fondamentale esercizio democratico. Questa scadenza, infatti, riguarda il futuro del paese ed è destinata a essere seguita con interesse da paesi partner, alleati o rivali”.
L’Italia del 25 settembre, ha evidenziato Anceschi, “si presenta come il fragile terreno di sfida fra chi vuole rafforzare l’Unione Europea, adattandola ad affrontare le difficili crisi del XXI secolo, e chi invece potrebbe causarne un serio indebolimento interno. Se le scelte politiche in democrazia sono frutto di interessi soprattutto locali, sarebbe però un errore ignorare le implicazioni europee del voto italiano, così come sarebbe sbagliato sottovalutare i rischi che queste decisioni potrebbero comportare per il paese e per il suo sistema industriale. Oggi gli italiani hanno bisogno di coerenza e coesione per avviare un’autentica rinascita nazionale”.
La presidente di Unindustria Reggio ha infine chiesto ai candidati e alle candidate presenti l’impegno a organizzare periodicamente un confronto con gli industriali reggiani in caso di elezione in Parlamento: “Penso a incontri nei quali le istanze di uno tra i sistemi produttivi italiani più competitivi e internazionalizzati, quello reggiano, possano essere efficacemente discusse e considerate insieme a coloro che siedono a Roma per creare, insieme, valore a vantaggio del nostro territorio e della sua comunità”.
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Stato di abbandono? Io direi più atti di vandalismo...
Sono sempre più vergognosi senza un briciolo di pudore ,superpagati per scaldare le poltrone e non per risolvere i problemi reali della gente !
La sinistra vuole solo governare non pensa le cose importanti per gli italiani anche se non è in grado di farl: pur di avere voti […]