Educazione alimentare e bio nelle scuole

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Mangiare sano e biologico, conoscere il percorso dei cibi dalla terra alla tavola, senza inutili sprechi. L’Emilia-Romagna dà l’esempio e si fa notare, anzi premiare, con oltre 5 milioni di euro, la cifra più alta in Italia, di risorse nazionali per l’impegno nelle mense bio, cui si aggiungono oltre 200 mila euro l’anno per iniziative di informazione e promozione del biologico nelle scuole da Piacenza a Rimini.
Ma non basta: ammontano infatti a 36 mila euro l’anno per il triennio 2020-2022, i fondi destinati dalla Regione alle attività di conoscenza del lavoro nei campi attraverso le fattorie didattiche e aperte e il nuovo progetto che formerà, appunto, i futuri ‘operatori di fattoria didattica’.
E poi i benefici di uno stile di vita sano che parte dalla tavola: la Regione è impegnata in modo attivo su diversi progetti europei di promozione della dieta mediterranea, del consumo di frutta, verdura e latte nelle scuole e non solo. Infine, Stop allo spreco per una cultura più rispettosa del cibo.
Sono queste le caratteristiche del nuovo programma triennale di educazione alimentare approvato oggi dall’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna.

Il programma di educazione alimentare 2020-2022.
Previsto dalla legge regionale 29 del 2002 su educazione alimentare e qualificazione dei servizi di ristorazione collettiva, si articola su diverse linee di lavoro. In primo luogo, la conoscenza dell’agricoltura e del territorio, valorizzando la cultura rurale e le tradizioni locali. In sostanza proseguiranno le attività delle Fattorie didattiche, quali presidi fondamentali per l’educazione al consumo agroalimentare sul territorio, le iniziative di Fattorie aperte, la Giornata dell’Alimentazione in fattoria indetta dalla Fao in ottobre, e infine il sostegno del ricambio generazionale in agricoltura, facilitando l’accesso alla formazione, anche attraverso modalità on line, affinché più soggetti, soprattutto giovani, possano entrare in possesso dell’attestato di ‘operatore di fattoria didattica’. Il progetto è finanziato con risorse regionali che ammontano a 36 mila euro per il triennio.