Editoriale del direttore. Il cibo che ammala

junk food

C’è un tema del tutto assente nel mondo della politica, destra o sinistra che siano, ed è il tema della salute alimentare. Negli ultimi cinquant’anni i grandi risultati ottenuti dalle cure oncologiche e dai progressi della scienza medica hanno dovuto fare i conti con l’avvento di nuove patologie: varietà dei carcinomi, obesità soprattutto infantile, una vera esplosione dei diabeti.

Gli enormi interessi in gioco che coinvolgono la cosiddetta Big Pharma, l’agricoltura avvelenata dai pesticidi, la follia degli allevamenti intensivi e il timore di perdere consensi tra le lobby internazionali dell’alimentazione rappresentano le ragioni per cui una politica assai codarda nasconde a famiglie e cittadini ciò che dovrebbe essere detto in forma esplicita. Che gli zuccheri raffinati sono tecnicamente una droga, ad esempio, e che vengono a determinare conseguenze patologiche gravissime. Non li vedete questi bambini per mano ai genitori nella galleria di un centro commerciale? Non vedete che sono già obesi a dieci anni? Avete letto qualcosa sulla qualità dei prodotti consumati quotidianamente e la differenza enorme rispetto ai cibi naturali, biologici, non processati, sostanzialmente puliti? Avete letto degli effetti di una cucina assai grassa quale è la nostra amata cucina emiliana, se consumata ogni giorno o quasi? Gli esempi si sprecano. Fate una passeggiata al mercato ormai ex coperto di Reggio Emilia. Esaminate la merce in vendita, leggete la lista degli ingredienti, sforzatevi di provare a capire. Se non per voi, guardate ai vostri figli. Ma anche agli adulti ancora giovani, incapaci di darsi una regolata perché ormai dipendenti da zuccheri e carboidrati.

Dai politici e dagli amministratori, a maggior ragione se non ne avete stima, sforzatevi di ottenere la verità e misure urgenti e necessarie per la vita. Straparlano di sostenibilità ambientale, ma ignorano l’abc della cura di sé stessi e del pianeta. Il cibo, l’alimentazione, la carne che consuma almeno quindici litri d’acqua per ogni chilogrammo di prodotto: il ventunesimo secolo ha anzitutto bisogno di cura, di qualità, di pulizia, di intelligenza nell’alimentazione. Ma se perfino negli ospedali si mangia cibo non biologico e a base animale, c’è poco da stare allegri. Cambiate, finché siamo in tempo.



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  1. Roberto Bedenghi

    Complimenti Direttore, argomento da approfondire, diffondere e sostenere con forza: se frutta, verdura, ortaggi e legumi sono trattati con antiparassitari, a volte fuori controllo, le carni sono sature di antibiotici ed il pesce è allevato con mangimi derivati da sotto produzioni.


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