Fleximan colpisce ancora a Reggio e Ravenna, distrutti altri 3 velox

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Dopo la Bassa reggiana, Veneto, Lombardia, Puglia e Piemonte (dove ieri è stata sporta la prima denuncia nei confronti di un 55enne operaio di Drugno, incastrato dalle telecamere dopo aver danneggioato due velobox nel suo paese), il cosiddetto Fleximan ha colpito per ben due volte nelle ultime 24 ore in provincia di Ravenna e ancora una volta nel Reggiano. Dopo il palo del velox sulla Dismano abbattuto nei pressi della frazione di Osteria alle porte di Ravenna, nella notte è stato infatti distrutto anche un velox in frazione Borrello nei pressi dell’incrocio tra le vie Rio Sanguinario e Paoline Lesina a Castel Bolognese.
“Questa notte – ha scritto il sindaco Luca Della Godenza – ignoti hanno tagliato il palo che sorreggeva il velox sulla via Borello necessario al raggiungimento dell’obiettivo di rispetto dei limiti di velocità quindi di sicurezza stradale, pertanto sarà ripristinato al più presto. Abbiamo sporto denuncia e condanniamo questo gesto”.

Sempre nella notte tra venerdì e sabato un vandalo ha distrutto la colonnina dell’autovelox sulla strada che da San Martino in Rio porta a Correggio.

Ieri era stato lo stesso sindaco di Ravenna e presidente dell’Unione Province d’Italia, Michele de Pascale, ha prendere posizione contro il o i presunti Fleximan: “Il dibattito sugli autovelox è uno specchio del rapporto che una parte del nostro Paese ha con il rispetto delle regole. Viene messo in discussione il principio stesso per cui chi non rispetta regole e limitazioni imposte dalla legge debba essere sanzionato e si giustificano persino le azioni violente che si stanno verificando in diverse zone d’Italia – ha detto – Gli autovelox non devono essere considerati dai cittadini come un mezzo per fare cassa di Comuni e Province, ma come un presidio per garantire la sicurezza e salvare vite”.
Per de Pascale i rilevatori di velocità “vengono installati sulla base dei dati sull’incidentalità e nella stragrande maggioranza dei casi su richiesta pressante dei comitati di quartiere che non sopportano più l’alta velocità di alcuni automobilisti. Di fondo, purtroppo, sta passando un messaggio molto pericoloso: che le regole possano essere liberamente infrante a discrezione del singolo cittadino senza conseguenze.
E’ assolutamente legittimo discutere di quale limite sia più appropriato nelle diverse zone del territorio, così come sarebbe opportuna una riflessione più ampia sulle sanzioni, che devono essere proporzionali rispetto alle infrazioni commesse, ma – conclude il presidente dell’Upi – non si può tollerare questo
attacco generalizzato alle istituzioni preposte alla sicurezza stradale e al rispetto delle regole”.



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