Lunedì 7 giugno il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Modena Andrea Romito si è riservato in merito alla decisione se archiviare o meno le indagini relative al fascicolo sui detenuti morti durante la rivolta scoppiata l’8 marzo del 2020 nella casa circondariale modenese Sant’Anna per protestare contro il pericolo di diffusione del nuovo coronavirus all’interno della struttura penitenziaria emiliana.
A chiedere l’archiviazione sono stati i pubblici ministeri Francesca Graziano e Lucia De Santis, dopo che le autopsie hanno indicato nell’overdose da metadone e psicofarmaci le cause dei decessi. Per la procura modenese otto dei nove decessi avvenuti durante la rivolta sarebbero sopraggiunti dopo che i detenuti avevano saccheggiato la farmacia del carcere emiliano.
A opporsi all’archiviazione sono invece il garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà, l’associazione onlus Antigone e l’avvocato Luca Sebastiani, il legale che assiste i familiari di una delle vittime (Chouchane Hafedh), che hanno chiesto al gip di disporre nuove indagini per valutare eventuali omissioni e ritardi nei soccorsi e di ascoltare le testimonianze dei detenuti che avevano avuto contatti con le vittime.
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