Decaduto Consiglio dell’Ordine degli avvocati reggiani. Tinelli: ora che non sono più presidente esprimo la mia indignazione

tina_art

Scrive in una nota alla stampa l’avvocato Celestina Tinelli: “Ora che non sono più la presidente dell’Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia voglio parlare per esprimere la mia indignazione per quanto è accaduto.

Ho appreso, con sconcerto, delle dimissioni di sette consiglieri solo qualche ora prima dell’apparizione della notizia sui mass media. Lo sconcerto è dato dal fatto che mai, e nemmeno durante la seduta del 21/12/2020, è emerso il loro intento di lasciare l’incarico. Né, durante i lavori del Consiglio, sono emersi contrasti tali da far presagire nemmeno lontanamente un simile atto.
In ogni caso, l’opposizione si fa in consiglio e non uscendone per esporre alla pubblica gogna l’istituzione di cui si è fatto parte ed i suoi organi, poiché ciò è irrispettoso verso l’istituzione stessa ma, prima ancora, verso l’avvocatura reggiana tutta. Farlo nel periodo di emergenza sanitaria da COVID, poi, è sommamente da irresponsabili.

Durante l’ultima seduta consiliare, comunque, nessuno ha sbattuto porte per andarsene: non vi è stato un clima burrascoso, il lavoro è stato svolto regolarmente e i gli oltre trenta punti all’ordine del giorno sono stati affrontati con serenità in quasi quattro ore di lavoro durante le quali tutte le delibere sono state prese all’unanimità. Anche questo anomalo silenzio contribuisce oggi a convincermi che si sia trattato di una manovra ordita di nascosto, e che le dimissioni in realtà abbiano motivi inconfessati (e forse inconfessabili), sicuramente diversi da quelli che sono stati addotti dai dimissionari.
Voglio precisare quanto segue: non c’è stata nessuna “goccia che ha fatto traboccare il vaso” poiché non c’era conflittualità all’interno del consiglio. Le dimissioni non hanno l’obiettivo di sfiduciare il mio operato come Presidente dell’Ordine ma quello di consentire la ricandidatura alle prossime elezioni dei consiglieri già presenti nel precedente consiglio (presieduto da Franco Mazza) cosa che essi non avrebbero potuto fare se la consiliatura da me presieduta, iniziata nel febbraio 2019, fosse durata almeno due anni. La legge, infatti, prevede che i consiglieri in carica non possano essere rieletti per più di due mandati consecutivi e precisa che dei mandati di durata inferiore ai due anni non si tiene conto ai fini della ricandidatura. A buon intenditor poche parole….

Il divieto di ricandidatura dopo il doppio mandato con esclusione dal conteggio dei mandati di durata inferiore a due anni, del resto, si sta rivelando una bomba ad orologeria per i Consigli dell’Ordine degli Avvocati (per esempio: lo stesso sta accadendo anche a Latina).
I Consiglieri dimissionari sostengono poi che alla base della loro decisione ci sarebbe la mia convocazione per un’audizione al Consiglio superiore della magistratura, e relativa a fatti concernenti la Procura di Reggio Emilia: una convocazione di cui lamentano io non avrei dato loro immediata comunicazione. Ma anche questo è un pretesto, che per di più falsifica con evidenza la realtà dei fatti.
La mia convocazione in qualità di Presidente dell’Ordine da parte del CSM è arrivata il 19 novembre sulla mia pec personale: portava a caratteri cubitali la dicitura “riservata personale” e non specificava l’oggetto dell’audizione, ma soltanto che sarei stata ascoltata dalla prima commissione. Dunque non recava né l’oggetto della pratica né il nome del/i magistrato/i eventualmente interessato/i.

Non appena ricevuta la convocazione, ne ho dato notizia alla Vicepresidente Avv. Rosanna Beifiori ed alla Consigliera Segretario, avv. Franca Porta (che è fra gli odierni dimissionari) in caso avessi avuto bisogno di essere sostituita per un imprevisto. Ho anche concordato con loro che avrei chiamato il CSM per avere specificazioni circa l’oggetto dell’audizione. Dalla dirigente della prima commissione del CSM mi è stato risposto che si trattava di pratica sottoposta a segreto, come tutte le pratiche della prima commissione, e non mi si poteva dare nessuna informazione in merito. Ciò ho riferito alla Vicepresidente ed alla Consigliera Segretario, e anche loro hanno mantenuto la convocazione riservata ai Consiglieri dell’Ordine.
Quando poi la notizia della mia audizione è apparsa sulla stampa, quindi a “segreto svelato”, ho ritenuto, previa secretazione della discussione, di riferire al Consiglio una estrema sintesi dei contenuti delle domande fattemi e delle dichiarazioni da me rese. Di quella mia comunicazione tutti i Consiglieri hanno poi correttamente mantenuto il riserbo. Posso riferire, per la futura esattezza delle notizie di stampa, che non si tratta di un procedimento disciplinare poiché non sono stata convocata dalla sezione disciplinare; e che non so (poiché la Commissione del CSM non me l’ha detto) se sia una pratica per incompatibilità ambientale né se sia stata originata da esposti.

Resta comunque il fatto che anche nei confronti della questione Mescolini-Palamara il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Reggio Emilia, sotto la mia presidenza, ha adottato una condotta del tutto lineare e ampiamente condivisa: nella delibera del 16/09/2020, adottata all’unanimità e dopo completa analisi di tutti gli articoli apparsi sulla stampa relativi alla vicenda Mescolini-Palamara, il Consiglio aveva ritenuto trattarsi di circostanze aventi anche natura politica, già all’attenzione degli organi competenti, e che comunque non compromettevano l’indipendenza dell’Avvocatura. Nessuno dei Consiglieri ha evidenziato situazioni di incompatibilità ambientale del Procuratore Capo Dr. Mescolini né in quella seduta consiliare né mai.

Questa è l’effettiva realtà dei fatti, una realtà che basta da sola a certificare in modo inoppugnabile come la critica alla “gestione consiliare” della mia audizione al CSM sia stata un falso pretesto, utilizzato dai sette consiglieri per coprire e mistificare i reali motivi delle proprie dimissioni; resta da chiedersi se tale ingiustificata “critica” al mio operato non abbia anche altri obiettivi.
L’imperativo categorico che il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia ha da sempre – e ciò è stato anche fortemente ribadito nella seduta del 16/09/2020 – è che la politica “partitica” deve rimanere fuori dalla nostra istituzione perchè divisiva. L’approccio istituzionale deve essere federativo. Il mio approccio è sempre stato fortissimamente istituzionale ovvero quello di tenere unito l’Ordine per poter rappresentare l’intera categoria sia nelle relazioni interne che in quelle esterne e ha prodotto grandi risultati di cui hanno riferito alcuni consiglieri ieri e oggi e anche altri soggetti, stavamo proiettando l’avvocatura nel futuro valorizzandone il ruolo all’interno della società. Il consiglio da me presieduto, tutto il consiglio, ha portato l’Ordine anche ad un livello di posizionamento e di visibilità del sistema delle relazioni con gli altri attori (le associazioni di categoria, gli altri ordini professionali, le altre istituzioni) in una evidenza superiore al passato.

Siamo sicuri che questo comportamento che rovescia il tavolo nonostante le cose siano andate come le ho sopra descritte, non sia tale da rappresentare una immagine poco credibile e poco autorevole della categoria forense nel suo insieme anche al di fuori di Reggio Emilia?

In quasi due anni di lavoro il Consiglio ha sempre approvato ogni delibera all’unanimità, e s’è trattato di centinaia di delibere. Alla verbalizzazione provvedeva la Consigliera Segretaria avv. Franca Porta oppure un suo delegato, in genere scelto tra i consiglieri oggi dimissionari. Pertanto, se vi fossero state opposizioni, sarebbero state di certo verbalizzate.

La mia consiliatura aveva adottato un programma, anch’esso approvato all’unanimità il 04/03/2019, che allego, e che era la linea che guidava l’attività del Consiglio. In merito alla trasparenza era prevista, per la prima volta nella storia dell’Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia, la pubblicazione sul sito internet degli ordini del giorno e dei verbali delle sedute consiliari (con l’unico limite della protezione dei dati personali). Ogni pratica passava il vaglio del Consiglio.
In relazione alle dimissioni presentate dall’avv. Francesca Preite (già facente parte della scorsa consiliatura) preciso che tutte le delibere e le comunicazioni sono avvenute nei termini di legge a cura della Segreteria dell’Ordine.

Il Consiglio aveva anche già provveduto a nominare, in sostituzione dell’avv. Francesca Preite, il nuovo “responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza” nel consigliere avv. Daniele Silingardi nel pieno rispetto del termine di 60 giorni fissato dalla legge.
La comunicazione delle dimissioni dei sette consiglieri, da effettuarsi entro 30 giorni, avverrà a cura del commissario.

Con l’occasione ho il piacere di comunicare che il Consiglio dell’Ordine alla vigilia di Natale ha ottenuto dalla Cassa Forense l’approvazione di un progetto molto articolato proposto dal consiglio da me presieduto a novembre per ottenere un contributo a fondo perduto di euro 149.000,00 da spendere per innovazioni. Confido che l’attività del commissario non blocchi o ritardi l’esecuzione del progetto.
La mia propensione è stata e resta quella di unire e non dividere. E penso che questa propensione vada adottata anche in futuro”.

Programma di consigliatura e relazione di quanto già realizzato (entrambi pubblicati sul sito internet dell’ordine)