Gli organizzatori della manifestazione “Riprendiamoci Reggio Emilia”, riconducibili al movimento di estrema destra Rete dei patrioti, hanno presentato formalmente agli uffici della Questura di Reggio il preavviso per un presidio – con annesso breve corteo nelle vie limitrofe della zona – in programma domenica 30 marzo dalle ore 18, con partenza da piazzale Marconi, davanti alla stazione ferroviaria storica.
La data scelta è stata spostata in avanti di 24 ore rispetto alla prima ipotesi circolata inizialmente, quella di sabato 29 marzo, per evitare la concomitanza con il derby calcistico tra Sassuolo e Reggiana, valido per il campionato di Serie B, in calendario proprio quel giorno alle 19.30 allo stadio Città del Tricolore di Reggio.
La palla, ora, passa alla Questura: sembra improbabile, a questo punto, che la manifestazione possa essere non autorizzata, ma resta in campo l’ipotesi di un eventuale spostamento della stessa in zone più periferiche della città.
Il solo preannuncio dell’iniziativa sui social, infatti, aveva immediatamente scatenato aspre polemiche sull’opportunità di un corteo di esponenti di estrema destra a Reggio, e ora che da parte degli organizzatori è stato effettuato un passaggio formale in tal senso stanno già arrivando le prime reazioni critiche.
Tra i primi, il consigliere comunale reggiano di Europa Verde-Possibile Alessandro Miglioli: “I fascisti hanno chiesto di fare la loro famosa manifestazione nel piazzale della stazione. L’intento provocatorio e di minaccia è fin troppo chiaro. L’unica risposta possibile è negare l’autorizzazione, negare ogni spazio in questa città ai fascisti”.
Così invece Vittorio Spagni, portavoce di Coalizione Civica: “Prendiamo atto, senza particolare sorpresa, dell’ennesimo tentativo da parte di qualche nostalgico di attirare l’attenzione con una sfilata dal sapore retrò proprio in piazzale Marconi, utilizzato come luogo simbolo in cui mostrare i muscoli. Siamo consapevoli che il corteo annunciato dagli ambienti di estrema destra sia provocatorio e divisivo, tuttavia riteniamo che negare a priori il diritto di manifestare non sia la risposta giusta in una società democratica. La risposta civica, piuttosto, deve essere ferma nel riaffermare principi di convivenza, partecipazione e legalità, anche attraverso legittime contro-manifestazioni democratiche e pacifiche”.
Giova ricordare che l’art. 21 della Costituzione così recita: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
Chi vuole vietare questo diritto si comporta da fascista rosso!
E’ superfluo sottolineare che CHIUNQUE, di qualunque colore politico, commette reati è soggetto alla legge!