Correggio. La versione di Marzio

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Come nella canzone di Natalino Otto “Ho un sassolino nella scarpa” che per toglierselo perché gli «fa tanto, tanto male, ahi», canta: «Batto il piede in su, lo batto in giù/Giro e mi rigiro/sembro Belzebù», Marzio Iotti, ex sindaco di Correggio dal 2004 al 2013, ha scritto un pamphlet dal titolo “Solo Sindaco”, per togliersi dalla scarpa non un sassolino ma un macigno, che ha un nome: En.Cor. Una società del Comune di Correggio, costituita con deliberazione del Consiglio Comunale del 2006, «per l’innovazione tecnologica e la realizzazione di impianti e servizi energetici da fonti rinnovabili».

Una vicenda che lo costrinse a dimettersi nel novembre 2013, in seguito al tentativo di vendita, poi abortito, «alla società Amtrade Italia s.r.l., società creata ad hoc e controllata da una holding con sede a Zug (Svizzera), è stata dichiarata aggiudicataria».

Passata la bufera, Correggio ha cercato, nonostante tutto, di lasciarsi alle spalle la spinosa, e rovinosa, faccenda. Poi, nel giugno scorso, è arrivata la sentenza di condanna della sezione d’Appello regionale della Corte dei Conti nei confronti di Iotti, dell’ex direttore generale del Comune, Luciano Pellegrini, e degli ex assessori. L’intervento successivo di Ilenia Malavasi – al suo secondo mandato di sindaco dopo la prima elezione seguita al commissariamento del Comune – in Consiglio comunale ha, forse, buttato altra benzina sul fuoco, sottolineando che la sentenza «da un lato accerta le singole responsabilità personali dei precedenti amministratori e dirigenti comunali e dall’altro evidenzia la bontà del lavoro svolto negli ultimi cinque anni e finalizzato a ridurre il più possibile l’impatto finanziario procurato dalla vicenda En.Cor sul bilancio del Comune. A questo punto, nel pieno rispetto del diritto dei condannati di poter impugnare la sentenza della Corte dei Conti in Cassazione, faremo quanto necessario per il recupero delle somme indicate in sentenza, affinché possano essere destinate a iniziative a favore della comunità».

E così, dopo otto anni di silenzio la “Versione di Marzio” compare nelle librerie, per ora, solo di Correggio, e chiama alla co-responsabilità il PD correggese, e non solo.
«Durante l’estate [del 2013, ndr] – denuncia Iotti – vengo invitato alla festa del PD per tenere da solo una conferenza sui temi dell’energia. Durante l’incontro pubblico due noti esponenti correggesi di SEL mi attaccano sulla questione En.Cor. In sala sono presenti sia la capogruppo del PD in Consiglio Marzia Cattini sia la segretaria del PD di Correggio Adele Bartoli. Nessuna delle due interviene. Capisco di essere rimasto solo».

La questione En.Cor è esplosiva. Infatti la società «aveva chiuso – scrivono, nel 2016, Mauro Degola e Lorenzo Sicomori sul periodico correggese “Primo Piano” – gli esercizi dal 2008 al 2011 con una perdita reale d’esercizio stimata di oltre 3 milioni di euro, secondo i dati della perizia del febbraio 2013, commissionata a dei consulenti, i quali concludono invitando il Consiglio Comunale a vendere o liquidare la società». Sulla scelta di vendere anziché liquidare la società, Iotti fa autocritica affermando che «il percorso liquidatorio sarebbe stato più lungo e complesso ma avrebbe evitato tutto il disastroso seguito negli anni successivi».
Ma intanto la scadenza elettorale è sempre più prossima, quando nell’autunno del 2013 «il PD correggese – scrive sempre Iotti – mostra due facce: il gruppo consigliare, sul periodico del Comune, continua a difendere l’attività amministrativa mentre il mensile Primo Piano (a quel tempo innegabilmente percepito a Correggio come espressione del Partito Democratico) attacca pesantemente me e la Giunta, anche con modi a mio parere scorretti». In agosto, intanto, si era dimesso l’amministratore si era dimesso da direttore del Comune.

Con la scadenza elettorale vicina «(e si doveva in ogni caso trovare un altro candidato, avendo io svolto due mandati), – afferma l’ex Sindaco – il (Pd) si barcamena tra responsabilità di governo e modi da opposizione. Il giochino va avanti e io decido che sulla graticola dell’ipocrisia non ci voglio stare. Faccio quindi una cosa che nessun politico accorto avrebbe mai fatto; porto tutto in consiglio comunale con una mia mozione: o chiaramente con me, o tutti a casa»… Il sindaco è sfiduciato dal Consiglio Comunale, anche dal gruppo del PD a cui appartiene, decisione nata, afferma Iotti, dal direttivo del PD correggese convocato alla vigila del Consiglio, alla presenza del nuovo segretario provinciale Andrea Costa. «Il segretario del PD correggese, anche lui neoeletto, estrae un documento, ovviamente preparato in precedenza, che afferma la sfiducia nei miei confronti e mi intima di non portare la cosa in
Consiglio Comunale “per non strumentalizzare le istituzioni”». Il risultato è noto, Belzebù era sprofondato all’inferno, almeno fino a ora.