Cosa cambia in Emilia-Romagna con le nuove misure anti-Coronavirus

Stefano Bonaccini Emilia ER 2020

Giovedì 5 marzo è entrato in vigore il decreto della presidenza del consiglio dei ministri per il contenimento dell’emergenza epidemiologica da Coronavirus, con misure valide per l’intero territorio nazionale – e dunque anche per l’Emilia-Romagna, già interessata da un precedente decreto specifico per le regioni più colpite. Con il nuovo Dpcm, che sarà valido fino al prossimo 3 aprile, il governo ha introdotto misure restrittive per rafforzare la prevenzione e contenere la diffusione dell’epidemia.

In particolare sono state estese e rese omogenee per tutte le Regioni italiane molte delle limitazioni già in vigore in Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto.

È stata prolungata fino al 15 marzo la sospensione dei servizi educativi per l’infanzia, delle attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado e della formazione superiore, comprese le università. Sono esclusi dalla sospensione i corsi post-universitari connessi con l’esercizio di professioni sanitarie. Una novità importante: ora i dirigenti scolastici sono chiamati ad attivare – per la durata della sospensione – modalità di didattica a distanza, non più come eventualità ma come obbligo. Resta confermata, invece, la sospensione di viaggi d’istruzione, scambi, gemellaggi e visite guidate.

Il decreto ha introdotto il divieto agli accompagnatori dei pazienti di permanere nelle sale d’attesa dei pronto soccorso, salvo diverse indicazioni del personale sanitario preposto (per esempio nel caso di accompagnamento di minori).

Il decreto raccomanda fortemente a tutte le persone anziane o affette da patologie croniche o con multi-morbilità o con stati di immunodepressione di evitare di uscire dalla propria abitazione eccetto che per stretta necessità, evitando comunque luoghi affollati nei quali non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro.

Altre norme più stringenti, che sostituiscono le disposizioni precedenti e ne estendono l’efficacia fino al 3 aprile, sono quelle relative agli eventi e alle competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, svolti in ogni luogo, sia pubblico che privato: in Emilia-Romagna continua a essere consentito lo svolgimento di tali eventi e competizioni (nonché delle sedute di allenamento) solo all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse. Le associazioni e le società sportive, però, sono tenute a effettuare controlli idonei al contenimento del rischio di diffusione del virus tra atleti, tecnici, dirigenti e accompagnatori affidandoli al proprio personale medico.

Le attività sportivo-motorie in genere, svolte all’aperto o dentro palestre, piscine e centri sportivi di ogni tipo, sono ammesse esclusivamente a condizione che sia assicurato il rispetto della distanza di sicurezza di almeno un metro tra le persone.

Le altre limitazioni già previste per l’Emilia-Romagna dal precedente decreto del primo marzo, invece, restano valide fino all’8 marzo.