Celebrata (da entrambe le parti) la Battaglia di Fabbrico di 78 anni fa

Battaglia di Fabbrico

Tantissima gente, tra cui i bambini della quarta elementare, questa mattina alle celebrazioni per il 78° anniversario della battaglia di Fabbrico, il prolungato scontro a campo aperto tra partigiani e nazifascisti avvenuto il 27 febbraio 1945. Dopo che il corteo, da via Roma, ha raggiunto i monumenti ai Caduti in piazza Vittorio Veneto e in via Pozzi, sul palco anche l’attivista italo-iraniana Jasmin Fahim e il presidente nazionale dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo. Era stata invitata anche la senatrice Liliana Segre, che impossibilitata a partecipare aveva inviato un messaggio al sindaco Roberto Ferrari definendo la battaglia di Fabbrico «un episodio importante della lotta di Liberazione del nostro Paese dal nazifascismo che ha un rilievo non solo locale, ma senz ‘altro nazionale». «La memoria è qualcosa di importante peruna società davvero civile e consapevole – ha scritto ancora la testimone della Shoah – Ma la memoria mai va disgiunta dalla verità. Le memorie non sono tutte uguali. C’è chi si è battuto ed è morto dalla parte giusta e chi si è battuto dalla parte sbagliata e, anzi, orribilmente sbagliata come quella nazifascista. Non è questione di chi ha vinto e chi ha perso, ma di chi era nel giusto e chi nel torto. Per queste ragioni anche un episodio sanguinoso come la battaglia di Fabbrico ci aiuta a riflettere non solo sul terreno della storia, ma anche sulle nostre responsabilità di oggi, di cittadine e cittadini di una Repubblica libera e democratica».

Anche oggi,  come da 23 anni, una delegazione del Centro studi Italia, dell’Associazione nazionale volontari di guerra e dell’Unione combattenti della Repubblica sociale italiana, si è recata presso Villa Ferretti a Fabbrico per rendere omaggio ai militari italiani della Rsi caduti nello scontro con le formazioni partigiane. Quest’anno durante la commemorazione – iniziativa che, sostengono i promotori, “si è svolta nello spirito della riconciliazione nazionale” – è stato ricordato Giacomo Ghisi, recentemente scomparso, uno degli ultimi combattenti della Rsi nella battaglia di Fabbrico. Ghisi, aveva partecipato allo scontro all’età di 13 anni, insieme al fratello Giuseppe, di 16 anni, che fu ferito e spirò tra le sue braccia. “La famiglia Ghisi era stata massacrata dai partigiani in due agguati che avevano già ucciso il capofamiglia, lo zio e sua moglie e due fratelli – si legge in un comunicato delle associazioni di destra – I ragazzi superstiti si erano allora arruolati volontari nelle formazioni della Rsi. Al momento della sconfitta Giacomo Ghisi venne catturato dai partigiani, seviziato e poi inviato nel campo di concentramento di Coltano”.

 

.