Sì alla Carta etica dello sport regionale

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Un chiaro riferimento per un corretto approccio alla pratica sportiva e, contestualmente, la valorizzazione di volontariato e associazionismo sportivo. Questi gli obiettivi generali della Carta etica dello sport approvata oggi in Assemblea legislativa. Obiettivi che vengono poi declinati in una serie di principi generali: attenzione per i praticanti e per i loro ritmi di sviluppo e tempi di maturazione fisica, emotiva, cognitiva e relazionale, con particolare riferimento a coloro che soffrono di fragilità e disabilità; rispetto degli altri, dello spirito di squadra e del senso di solidarietà nonché il rifiuto di ogni forma di discriminazione nell’esercizio dell’attività motoria e sportiva; la lealtà e l’onestà, riconoscimento del valore delle regole e il loro rispetto, così come delle figure che ne sono garanti; rifiuto dell’utilizzo di mezzi illeciti o scorretti e di ogni forma di alterazione del risultato sportivo e delle capacità di prestazione; sostenibilità come principio di riferimento dell’organizzazione degli eventi sportivi sul territorio regionale.

Alla Carta saranno invitati ad aderire tutti i soggetti che, a vario titolo, partecipano in Regione alla promozione dell’attività motoria e dello sport in generale per realizzare compiutamente quell’idea di attività sportiva che l’Emilia-Romagna intende affermare e che è il naturale complemento previsto dalla Legge regionale 8/2017 (“Norme per la promozione e lo sviluppo delle attività motorie e sportive”) per contribuire alla costituzione e allo sviluppo dei nostri territori nell’ottica di wellness valley.

Il sottosegretario della Giunta Davide Baruffi ha sottolineato “l’importante lavoro svolto in questi mesi e che ha trovato un primo apice nel lavoro svolto dalla commissione Cultura e sport con le svariate proposte emendative accolte”. Il Sottosegretario ha specificato come la Carta rivesta il ruolo di “pilastro di coesione e di inclusione nonché di contrasto ad ogni forma di discriminazione”.

Per Francesca Marchetti (Pd) l’approvazione odierna “non è solo un atto formale ma rappresenta un forte richiamo ai principi dello sport: un diritto per tutti dall’alto valore integrativo e che educa al rispetto dell’avversario e delle regole. Sport, famiglia e scuola sono quindi fondamentali presidi di comunità per una cittadinanza attiva, partecipata e solidale”.

Per Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini) questo passaggio “testimonia una volta di più la grande attenzione della Giunta, tramite atti concreti, alla pratica sportiva. Non si tratta solo di sani e corretti stili di vita, ma anche di un’intensa opera formativa messa in campo, soprattutto nei confronti dei più fragili, incentrata sui valori insiti nella pratica sportiva”.

Decisamente critica, per alcuni passaggi della Carta etica, Maura Catellani (Lega). Per la consigliera reggiana l’assenza di termini quali agonismo e vittoria inficia e toglie valore al documento. “Agonismo, competizione e vittoria non sono termini negativi -ha spiegato Catellani- e la loro omissione rende la Carta solo un esercizio estetico senza un senso pratico. Non si fa sport solo per senso etico, ma anche per agonismo, anche se la sfida la rivolgiamo solo a noi stessi”.

Per Federico Amico (ER Coraggiosa) lo “sport deve essere in primis veicolo di inclusione, che non vuole mortificare il concetto di agonismo, ma si propone quale strumento di arricchimento della società. Molto importante è poi il riferimento alla legalità per escludere in maniera netta e forte ogni comportamento ambiguo”.

Per Roberta Mori (Pd) “questa Carta parla di pace, valore particolarmente importante in questo periodo, per i valori di rispetto e inclusione che vengono propugnati anche in ambito agonistico, poiché l’agonismo è valore positivo se si accompagna ad altri importanti aspetti. Agonismo non quindi come un valore assoluto fine e a se stesso, ma fortemente compenetrato alle altre qualità positive della pratica sportiva per un concetto peculiare di società basata sui valori pedagogici della pratica sportiva, anche in ambito agonistico, che prevedono inclusione, rispetto e rifiuto di ogni forma di discriminazione”.