Alluvione, Bonaccini: dopo il terremoto subito i soldi. Il Governo: mandateci l’elenco degli interventi

alluvione

Non accenna a placarsi la polemica (tutta politica, e francamente stucchevole) tra il Governo e gli amministratori locali dell’Emilia-Romagna sulla ricostruzione post-alluvione. Con l’esecutivo che non perde occasione per lanciare accuse e frecciatine, come se avesse di fronte una regione assistenzialista ed anche un po’ furbetta e non uno dei distretti produttivi più importanti d’Europa popolata da gente abituata non a piangersi addosso, ma a rimboccarsi le maniche e lavorare. E con gli amministratori locali che si lamentano nei ritardi da parte del Governo, sia per la nomina del commissario, sia – soprattutto – per lo stanziamento delle risorse.

“Riteniamo occorra immediatamente individuare norme, governance e risorse che presiedono al percorso di emergenza e ripartenza – ha detto questa mattina nel corso di una audizione in Commissione Ambiente alla Camera sul dl Alluvione il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini – Non spetta a me dire se il Governo debba dare risposta in questo provvedimento o in un altro provvedimento di urgenza che potrà assumere. Mi corre però l’obbligo di ricordare come tali risposte arrivarono con il decreto 74/2012, questa ascoltatela bene, a una settimana dai due drammatici terremoti da 12 miliardi di euro di danni. Penso che lo stesso dovrebbe avvenire oggi e, anzi, sarebbe già dovuto avvenire”.
“Dei 2,2 miliardi che il governo ha finanziato, poi c’è il dibattito se siano veri o meno, ma la gran parte non serve per fare i lavori che servono entro l’inverno” –  ha aggiunto Bonaccini – “I 200 milioni che la Protezione civile ha stanziato li abbiamo usati e spesi con i sindaci che hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo e nonostante non avessero i soldi hanno fatto gli interventi in somma urgenza che ora sono da completare. Di quei 2, 2 miliardi ci sono oltre 600 milioni per gli ammortizzatori sociali, misura che giudico molto importante, ma non si possono usare per frane, fiumi, eccetera. Ci sono 100 milioni per l’agricoltura. La stima che hanno fatto le associazioni di categoria è di 1,1 miliardi, ma ben vengano anche quei 100 milioni, ma anche questi non si possono usare per i lavori. I 300 milioni per il fondo per l’export, che ha creato un po’ di scompiglio tra le imprese colpite, ben venga, ma non si può usare per i lavori. Quegli 1,8 miliardi di stime per intervenire su strade, fiumi, argini è ciò che serve per fare gli interventi che abbiamo presentato in conferenza stampa per migliaia di interventi in tutte le 6 province è la stima che serve”.

Più o meno in contemporanea – sempre a Roma, a margine dell’assemblea pubblica dell’Ance (Associazione nazionale costruttori edili) – gli ha subito ribattuto il viceministro alle Infrastrutture e ai trasporti, Galeazzo Bignami (che pure è bolognese, questa terra la conosce bene, ma sa bene anche che la stragrande maggioranza degli amministratori emiliano-romagnoli sta sull’altra sponda politica rispetto a Fratelli d’Italia). “La situazione è molto diversa rispetto al terremoto del 2012. Noi abbiamo chiesto di avere l’elenco, perché vogliamo capire gli interventi cosa compongono. Loro hanno detto: ‘Ve li mandiamo’. Non sono arrivati – ha detto Bignami a LaPresse – In Emilia-Romagna ci sono strade lesionate, strade spostate e strade che non ci sono più. Se tu mi metti in somma urgenza strade che richiedono progettazione, non è somma urgenza, perché la progettazione postula una attività – di venti, trenta, sessanta giorni – che esclude la somma urgenza”.

Sul nodo (anche questo tutto politico) del commissario straordinario alla ricostruzione, Bignami ha aggiunto che “nelle prossime ore lo nomineremo: la legge non dice che il commissario va nominato entro dieci giorni, ma si può fare fino a un anno e la legge che prevede che ci sia tempo fino a un anno per la nomina l’ha fatta il Pd, non noi”.