Ponte Morandi, Delrio in aula il 27 giugno

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Solo l’ex ministro delle Infrastrutture, il reggiano Graziano Delrio, sarà ascoltato in aula il prossimo 27 giugno come teste al processo per il crollo del ponte Morandi di Genova. Il suo collega, Antonio Di Pietro, ha infatti chiesto e ottenuto di spostare data perché quel giorno si sposa il figlio. L’ex pm di Mani pulite sarà ascoltato insieme all’ultimo teste dell’accusa, l’ex senatore genovese di Scelta civica Maurizio Rossi, il 10 luglio.

Proprio Maurizio Rossi per tre anni – il 20 ottobre 2015, il 28 aprile del 2016 e il 30 marzo del 2017 (un periodo in cui il Ministero era guidato da Delrio) – presentò altrettante interrogazioni in Commissione Trasporti del Senato mettendo alla luce le degradate condizione di Morandi, senza ottenere risposte.

L’ex ministro Delrio, del Pd, aveva respinto sostenendo che “l’interrogazione del senatore Rossi mirava a sottolineare l’importanza della realizzazione della gronda di Genova e la preoccupazione sulla viabilità che i lavori di manutenzione programmata avrebbero avuto” e chiedendo di mettere da parte “la speculazione politica”.

Rossi – che in realtà nel 2018, dopo una sola legislatura, ha lasciato la scena politica tornano a fare l’editore dell’emittente genovese Primocanale – in due interrogazioni, effettivamente incentrate sulla necessità della realizzazione della cosiddetta Gronda di Genova, aveva fatto solo brevi cenni alla situzione del ponte poi crollato (“è noto il grave problema del ponte Morandi che attraversa la città e del quale non si conosce la sicurezza nel tempo”, “questo tratto autostradale è ormai da molti anni inadeguato e sembra che sia fuori dalle norme di sicurezza, secondo la normativa dell’Unione europea”). Ma in quella del 2016 era stato decisamente esplicito scivendo: “Il viadotto Polcevera dell’autostrada A10, chiamato ponte Morandi, è un’imponente realizzazione lunga 1.182 metri, costituita su 3 piloni in cemento armato che raggiungono i 90 metri di altezza che collega l’autostrada Genova-Milano al tratto Genova-Ventimiglia, attraversando la città sulla val Polcevera; recentemente, il ponte è stato oggetto di un preoccupante cedimento dei giunti che hanno reso necessaria un’opera straordinaria di manutenzione senza la quale è concreto il rischio di una sua chiusura”.

E chiedendo all’ora ministro Delrio «quale sia in dettaglio l’attuale situazione dei lavori di messa in sicurezza del ponte Morandi, quali siano gli interventi che ancora devono essere realizzati e se gli interventi saranno tali da comportare gravi disagi alla circolazione della città e quale sia la tempistica di fine lavori, e se corrisponda al vero che il ponte Morandi, viste le attuali condizioni di criticità, potrebbe venir chiuso almeno al traffico pesante, entro pochi anni, gettando la città nel totale caos».

Domande a cui, si era lamentato Rossi, il ministro non aveva risposto. Il 14 agosto 2018 il ponte Morandi era crollato provocando 43 morti e 566 sfollati.