Un sovrano purchessia

Al via la Lotteria degli scontriniÓ

Siamo più o meno a un anno dallo scoppio della pandemia e ci ritroviamo in una situazione inimmaginabile. L’Italia non ha un governo, i partiti della ex maggioranza cercano un programma che li ritrovi d’accordo ma soprattutto cercano un premier, che sia Giuseppe Conte o siano altri (magari Mario Draghi). Non abbiamo un governo ma in compenso abbiamo ancora morti e nuovi infetti da Covid. Da oggi quasi tutto il paese è in zona gialla e questo ha mandato in bestia i virologi, secondo i quali allentare adesso la corda delle restrizioni significa garantirsi una terza ondata di contagi. Il conto delle vittime muove spedito verso quota centomila, numero da guerra mondiale, e i vaccini non arrivano, il che obbliga il commissario all’emergenza Arcuri a rivedere le previsioni – compresa la trovata delle primule nelle piazze italiane, piccola genialata di comunicazione emotiva destinata a finire in un cassetto dell’ufficio delle cose perdute, peraltro pagata a prezzi piuttosto esosi.

Basterebbe questo a dire stop, fermate il mondo voglio scendere, e invece l’altra pagina delle notizie indica scenari ancor più gravi. Nell’ordine: il debito pubblico italiano è aumentato sino a sfiorare 160% del Pil, cifra che solo un anno fa avrebbe significato una probabile bancarotta e che oggi consideriamo come un dettaglio quasi irrilevante. Segue la situazione generale dell’economia. Il prodotto interno è calato del 10% nel solo 2020, di conseguenza le famiglie si sono mediamente impoverite, il mercato interno si è contratto, le imprese stentano a ripartire. Si è fermato anche l’export, il nostro fiore all’occhiello, colpito dalla crisi globale.

Come stiamo reagendo alle difficoltà legate alla pandemia? Oggi, primo febbraio 2021, anno dell’auspicata uscita dal tunnel, lo stato italiano riparte dalla lotteria degli scontrini. Non ci credete? Perbacco. Qui il link per chi fosse interessato.

È da queste sortite che si comprende il tratto di sudditanza tuttora insito nel carattere degli italiani, governanti e governati. È la nota furbesca di chi confida nella vincita casuale, immeritata e comunque serva di un potere sovrano purchessia. Non siamo cittadini, siamo in gran parte ancora sudditi. Gran parte degli italiani, eredi di una subcultura figlia di un regime di invasori, non riescono ancora nel ventunesimo secolo a staccarsi da forme di primitiva coscienza di sé. Il Risorgimento rimase incompiuto. Mussolini voleva trasformare l’Italia in una potenza guerriera e si è visto com’è andata. Repubblica e Costituzione hanno rappresentato le conquiste migliori del Novecento, eppure oggi sembra che si torni indietro, complice la pesante situazione economica. Nel tornare indietro, a una condizione sociale praticamente annullata e materialmente stremata, molti si affidano alle superstizioni, ai bitcoin, ai lavori illegali. Sarebbe utile legalizzare finalmente la cannabis classificandola come non droga e aprendone il mercato, un giro che si stima da mezzo milione di nuovi occupati.

Invece il governo appena caduto, non certo il migliore su piazza, punta ancora sulle lotterie. Guardate il regolamento. Ci sono premi per tutti i gusti, da quelli minori alle grandi cifre. Premi basati sul nulla. È lo stato che si tramuta in biscazziere, lo stesso stato che vieta appunto la cannabis che dà lavoro e al contempo promuove le sale slot. L’obiettivo della lotteria sarebbe appunto quello di far emergere l’evasione fiscale. Come se chi pratica l’evasione fiscale, quella vera che sottrae denaro allo stato, fosse quella da scontrini da un euro.

Senza governo, senza vaccini, senza lavoro, con un virus che galoppa e un’economia barcollante: sembra un film, avremmo detto un tempo. Ma più che un film sembra una serie con episodi quotidiani.