Una mobilitazione generale per segnalare il proprio dissenso alla manifestazione della Lega. La mobilitazione è nata via social e ha richiamato in piazza Maggiore, nel centro storico di Bologna, migliaia di persone. Tutti nel cuore pulsante della città, sfidando pioggia e maltempo, e portando con sè una sardina: chi vera, chi disegnata, chi stampata su una maglietta o su un cappello. Tra quelli che dicono no al Carroccio anche Giambattista Borgonzoni, padre della candidata del centrodestra alle prossime elezioni regionali del 26 gennaio 2020 in Emilia-Romagna.
Alla fine le stime hanno parlato di 6mila bolognesi, 12-13mila persone secondo gli organizzatori, numero che dava il titolo al flash-mob ideato da un gruppo di giovani dal titolo “Bologna non si lega”, alle 20.30 di giovedì sera si sono presentati in piazza Maggiore per salire stretti come ‘sardine’ sul Crescentone, all’ombra di San Petronio, per protestare pacificamente contro la convention leghista al Paladozza. L’obiettivo, centrato, era superare il numero di 5.570 che corrisponde alla capienza del palazzo dello sport scelto da Matteo Salvini per lanciare la campagna elettorale della Borgonzoni.
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