I suggestivi sotterranei del Teatro Municipale Valli accolgono sabato 2 novembre (ore 16.30, 17.00, 17.30 e 18.00) La luce, un’installazione audiovisiva progettata da Tempo Reale, interpretando una partitura originale di Giuseppe Chiari (La luce, 1966). Si tratta di una versione inedita e site-specific del lavoro, un’esplorazione nuova di quest’opera minimalista ante litteram del grande artistia/musicista Fluxus, proposta dal Festival Aperto. Per circa 15 minuti un piccolo gruppo di persone è totalmente immerso in un dialogo tra gesti di rumore e silenzio, di luce e buio, che innesca una riflessione sul significato stesso della musica. Una partitura sonora e luminosa determina l’attivazione di altoparlanti e sorgenti di luce, creando un preciso percorso drammaturgico.
Trattandosi di un’installazione a numero chiuso (15 persone per ciascuna delle 4 repliche, a sua volta ciascuna di 15’) è consigliabile la prenotazione (biglietteria@iteatri.re.it 0522- 458854)
Sotterranei del Teatro Valli
sabato 2 novembre 2019, ore 16.30, 17.00, 17.30, 18.00
Giuseppe Chiari | La luce
Tempo Reale
Installazione audiovisiva da una partitura del 1966
progetto luminoso e sonoro Agnese Banti, Francesco Giomi
tecnica Francesco Canavese, Leonardo Rubboli
produzione Tempo Reale – in collaborazione con Progetto Frittelli Arte Contemporanea, Firenze
“Útera”, utopia della creazione
Il suo lavoro spazia dalla musica per ensemble a quella orchestrale, dalle formazioni sperimentali all’elettronica e alla musica per teatro. La sua ricerca parte da una visione assoluta del suono. Il suono come materia con la quale tutto è possibile. Le sue composizioni sono eseguite in tutto il modo, dalle rassegne di musica contemporanea ai festival di teatro. Gabriele Marangoni sabato 2 novembre, ore 20.30, presenta al Festival Aperto, in prima assoluta, Ùtera, progetto di immersione sono-visiva.
Con Ùtera – 13 configurazioni per ensemble elettroacustico, performer con sensori biodinamici, video e voci spazializzate – si rinnova così la collaborazione tra Festival Aperto e l’artista, che già nel 2017 aveva portato alla messa in scena a Reggio Emilia di Silent, un altro audace progetto che si proponeva di indagare il suono nella sua presenza e assenza e che prevedeva anche artisti non udenti in scena.
In Ùtera l’integrazione di mezzi espressivi e tecnologici è spinta a un grado tale da trascendere la forma concerto per farsi esperienza sensoriale totale. L’ensemble elettroacustico funziona come un’estensione del corpo umano, ovvero della performer/danzatrice, grazie a sensori biodinamici che trasformano le tensioni muscolari in output atti a modificare il suono in tempo reale.
Artisti dal vivo, live electronics, tecniche di spazializzazione sferica, partitura luminosa: nessun elemento nell’opera esiste a prescindere dall’altro. Lo spazio teatrale si fa pertanto utero sonoro/architettonico, dove, spiega l’artista “il gesto diventa viaggio, l’universo interiorità, la vista pensiero, in un ambiente alimentato dal potenziale umano e dalla tecnologia. Un’utopia della creazione.”
Teatro Cavallerizza
sabato 2 novembre 2019, ore 20.30
Ùtera
di Gabriele Marangoni – prima assoluta
13 Configurazioni per ensemble elettroacustico, performer con sensori biodinamici, video e voci spazializzate
Stefania Tansini perfomer / danzatrice
Secret Theater Ensemble
Coro L’Indaco
Tempo Reale elettronica
Dario Garegnani direttore
produzione Fondazione I Teatri / Festival Aperto
Domenica 3 novembre (ore 20.30) la beat music di Mark Guiliana
Giovane e già riconosciuto fra i maggiori batteristi al mondo, musicista per David Bowie nel suo ultimo album, Mark Guiliana è conosciuto e apprezzato in uno spettro che va dal jazz al rock alla musica elettronica.
Il Festival Aperto lo accoglie domenica 3 novembre (ore 20.30) al Teatro Ariosto in un concerto che lo vede con Chris Morrissey, Nicholas Semrad e Sam Crowe. Con raffinatezza ritmica, vena creativa e originalità di suono, Mark Guiliana sta creando un nuovo idioma batteristico che unisce due virtuosismi: la batteria acustica la programmazione elettronica. In questa direzione di commistione di stili si muove Guiliana con Beat Music, una delle formazioni di cui è leader.
Il giro di collaborazioni di Guiliana include fra gli altri John Medeski, John Scofield, Avishai Cohen, Dave Douglas, Brad Mehldau con cui ha formato il duo Mehliana; e musicisti di provenienze diverse dal jazz come Matt Cameron (Soundgarden, Pearl Jam), la cantante Meshell Ndegeocello, l’artista reggae/hip-hop Matisyahu, il cantante e oudista Dhafer Youssef.
Guiliana è Best Jazz Drummer 2017 per i lettori di ‘Modern Drummer’ e Rising Star per i critici di ‘DownBeat’. ‘Jazz Times’ lo ha definito “un maestro di tecnica dalla rara musicalità, uno dei più influenti batteristi della sua generazione”.
In Blackstar – ultimo straordinario album di David Bowie – il drumming energetico di Guiliana si impone come uno dei motori trainanti del disco.
Ultimi commenti
gentile Pippo, non sono riuscito a farLe cogliere la sottesa ironia: nelle mie intenzioni NON era un post PRO-PD scritto da un piddino... piuttosto voleva
Buongiorno Signor Arturo, era una risposta di amara ironia. Certo l'elettore piddino tiene ufficialmente molto all'antifascismo però, dato che si vota anche col portafoglio, pensa pure […]
però nella sua risposta non capisco fino a che punto sia serio o scherzoso...