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Un lettore, Davide Curti, ex operaio qualificato elettricista delle Officine Meccaniche, dal gennaio 1999 al luglio 2004 (così si presenta egli stesso e si firma), ci invia una sorta di viaggio-reportage fotografico nello sbando desolato, una visione di abbandono di stampo post nucleare, nella quale vive l’area delle allora palazzine amministrative delle ex Officine Reggiane di via Agosti, un tempo gloriosa e prodigiosa fabbrica con le radici piantate nei primi del Novecento e che durante la seconda guerra mondiale arrivò a contare oltre 11mila maestranze.
Scrive il lettore ed ex operaio Reggiane, Davide Curti: “Via Vasco Agosti, Officine Meccaniche Reggiane, l’inferno terrestre di Reggio Emilia: si vive in miseria e povertà, sporcizia, rifiuti abbandonati da tempo, alcuni tossici, come amianto e bombole del gas.
Oggi, ormai sono lontani ricordi di quando le Gloriose Officine Meccaniche Reggiane, erano il fiore all’occhiello dell’industria metalmeccanica pesante di Reggio Emilia, conosciuta in tutto il mondo”.
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