Vendemmia 2021, nel Reggiano uve in lieve calo

uva vendemmia

Smentendo le preoccupate previsioni della vigilia, la vendemmia del 2021 in provincia di Reggio si è conclusa con dati sostanzialmente allineati a quelli dello scorso anno. Il temuto e rilevante calo paventato da più parti non c’è stato, con una produzione che si è attestata di poco al di sotto del milione e mezzo di quintali: rispetto al 2020, dunque, è stata registrata una flessione, ma limitata a -1,23%.

Il dato complessivo, che è in linea con la media dell’ultimo decennio (pari a 1.475.000 quintali), è comunque frutto di un andamento molto differenziato: “La via Emilia – ha spiegato il responsabile delle coop agricole e agroalimentari di Confcooperative Reggio Alberto Lasagni – ha infatti rappresentato il confine tra zone in leggera crescita, a nord, e la fascia collinare e pedecollinare, che ha invece registrato cali di produzione anche molto consistenti”.

Il freddo di aprile, dunque, ha pesato soprattutto laddove i vigneti si erano già mossi precocemente, come in collina, determinando contrazioni produttive talvolta anche molto significative in Val d’Enza e nella zona di Quattro Castella, Scandiano e Albinea. Proprio qui, tra l’altro, si concentra la produzione di uve bianche, che hanno pagato il dazio più duro al freddo primaverile.

A livello provinciale, inoltre, sono apparsi in frenata i lambruschi, mentre per l’Ancellotta (dalla quale derivano quei vini rossissimi che rappresentano oltre la metà della produzione del territorio reggiano) si sono registrati aumenti. Rare eccezioni rispetto alla tenuta dei livelli produttivi si sono avute anche nella media pianura, “ma in questo caso a seguito di eventi atmosferici occasionali”.


Alla stabilità produttiva ha corrisposto una qualità decisamente ottima, con un grado medio zuccherino pari a 17,92: un valore in crescita di 0,71 punti rispetto allo scorso anno e, come ha ricordato Lasagni, “tra i migliori in assoluto dell’ultimo decennio, in linea con quello del 2015 e di poco inferiore a quello del 2017, quando però la più alta gradazione era stata influenzata da una drastica riduzione dei quantitativi colpiti dal gelo di fine aprile”.

Esaurita la raccolta, le cantine sociali reggiane, che si sono riunite nella sede di Confcooperative Reggio per un’analisi dei consuntivi e delle prospettive, guardano con un certo ottimismo al mercato: per Lasagni “i buoni valori produttivi e gli ottimi dati sulla qualità, che interessa anche l’elevata colorazione delle uve, si combinano con una favorevole dinamica delle scorte e una previsione di calo sensibile della produzione italiana (-9%) e, ancor più, di quella europea (-15,8%), con Francia e Spagna in forte contrazione. Ci sono dunque i presupposti per una buona intonazione delle quotazioni, che soprattutto per i lambruschi è auspicabile riprendano vigore”.