Una vita on demand

Netflix

Tra le abitudini che la pandemia ci ha fatto cambiare, una tra le più evidenti riguarda il trasferimento di una parte del nostro tempo libero dalla modalità cinema in sala allo streaming a casa propria tramite tv, tablet e smartphone. Con essa si è imposto un format che esiste da sempre ma che mai come oggi si è incardinato con efficacia nel gradimento del pubblico digitale, ovvero la serie.

I numeri sono strabilianti. Nel 2020 la piattaforma Netflix ha raddoppiato il numero degli abbonati in Italia, i quali sono oggi 4,6 milioni e si prevede che diventino 7 entro il 2025. Addirittura 6 milioni sono gli iscritti alla piattaforma per famiglie Disney+, ideale per i più piccini. Complessivamente ai servizi di video on demand sono iscritti in Italia 12 milioni di utenti. Secondo le previsioni di Digital tv Research, nel 2025 saranno 21 milioni.

La tumultuosa carica di nuovi abbonati coadiuvata da restrizioni e quarantene ha indotto Netflix a raddoppiare gli investimenti nelle produzioni originali. Si tratta di una delle più rilevanti operazioni culturali di massa dei nostri tempi, e l’aggettivo non appaia fuori luogo. La qualità artistica delle produzioni made in Netflix, come d’altronde le serie create e realizzate da Sky e da Prime Video di Amazon, è regolarmente di prim’ordine, con budget elevatissimi grazie alla continuità di un cash flow in costante vorticoso aumento. È raro che chi abbia sottoscritto un abbonamento Netflix torni indietro. Numero enorme di proposte divise per generi, film e serie di ogni tipo di norma interessantissime per qualsiasi tipologia di pubblico. E poi, la comodità del servizio on demand: guardi quel che vuoi, quando vuoi, dove vuoi.

L’investimento di Netflix nel 2021, appena reso noto, rende l’idea: saranno proposte settanta nuove produzioni cinematografiche, e parliamo solo di film, oltre una nuova alla settimana. La possibilità di gestire autonomamente tempi e modi per la visione fa sì che sia possibile ritagliare più spazio per godersi le serie e i film preferiti. L’esperienza comune insegna che sia difficile resistere alla tentazione di divorare un episodio di una serie uno dopo l’altro. Si finisce per dormire tardi, la sera, soprattutto in questo coprifuoco forzato dal Covid che impone di non uscire e che, per reazione, ci porta a consumare più tempo davanti al display.

L’influenza di alcune serie che un tempo si sarebbero definite “impegnate” è tale da accendere dibattiti pubblici su media tradizionali o digitali. Pensate alle discussioni in corso sul tema dell’eroina e della cura dei tossicomani scatenata dalla serie dedicata a San Patrignano. O al ruolo e alla tragica fine di Lady Diana all’interno della monarchia britannica nella straordinaria serie “The Crown”, apprezzata in mezzo mondo. Anche le edizioni cartacee dei giornali seguono con crescente attenzione il settore. Ovvio: la gente ne parla, soprattutto sui social, e comunque ne parla più di quanto non fosse mai accaduto in passato con la cinematografia tradizionale.

Finita l’emergenza si tornerà alle vecchie abitudini? Di certo, almeno all’inizio, vorremo uscire e tornare a respirare un’aria di libertà. Lo abbiamo visto a settembre, quando la relativa minore preoccupazione per il Covid aveva mostrato l’intensità del desiderio di affollare di nuovo teatri, ristoranti, negozi. Ma l’avvento dello streaming non si pone limiti e andrà avanti. D’altronde, diceva Oscar Wilde: già è faticoso di rinunciare al necessario, figurati se possiamo fare a meno del superfluo.