Prosegue la stagione di Emilia Romagna Teatro a Modena con Tutto Fa Brodo, un Don Chisciotte rivisitato e modernizzato a cura della compagnia belga Laika che guida gli attori uscenti dalla Scuola di Teatro Iolanda Gazzerro di ERT. Lo spettacolo, in scena al Teatro delle Passioni fino al 27 ottobre, comprende anche un pasto completo offerto agli spettatori e cucinato dagli attori stessi. Il menù è ricavato direttamente dalle storie raccontate a cui si aggiunge una forte impronta belga.
Le storie raccontate sono un misto di scene tratte dal romanzo di Miguel de Cervantes Saavedra intrecciate con aneddoti di attualità o personali degli attori. L’impianto scenico è particolare: fin dall’inizio tutto è visibile, non ci sono quinte e sul fondo della sala la porta aperta lascia intravedere le cucine e pregustare con l’olfatto i piatti che verranno serviti poi. L’unica vera scenografia sono delle panche che il gruppo sposta e usa come oggetti, su cui il pubblico in seguito si siederà per la cena. Si procede in un frenetico alternarsi di attori che si scambiano nel ruolo di Don Chisciotte della Mancia; il suo animo folle e sognatore è nascosto, almeno in piccola parte, dentro ognuno di noi, per questo non legarlo ad un solo interprete è una scelta calzante.
Gli attori tengono attento lo spettatore, i momenti morti sono un concetto molto lontano da quest’opera. Lo spazio scenico si allarga enormemente: non solo intravediamo il “dietro le quinte” delle cucine, ma nel momento in cui lo spettatore viene fatto accomodare alle tavolate allestite dagli attori sul palco, anche la platea diventa luogo d’azione. Proprio questo spostamento segna un cambiamento importante: quello che prima era semplice osservatore acquista un ruolo attivo nella storia, entra a far parte della massa che deride Don Chisciotte per la sua follia e si prende gioco del suo animo sognatore di cavaliere errante; il pubblico arriva perfino a prendere parte letteralmente al banchetto in suo onore, nel momento in cui diventa governatore.
Un esperimento interessante di coinvolgimento dello spettatore e dei suoi sensi; uno spettacolo carico di immagini dal significato un po’ criptico, non univoco, ma forse nemmeno se lo prefigge come obiettivo. Se si cercano grandi emozioni questo non è l’appuntamento giusto, ma è un’ottima occasione per vedere il Don Chisciotte in una nuova veste, una commistione di sensi e di culture, frutto di una collaborazione proficua fra due mondi teatrali e due nazioni.
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costruiranno e demoliranno, costruiranno e demoliranno, a vantaggio dei padroni di casa, ovvero semplici personaggi eletti. E pubblicizzati come il cioccolato. Ma che dignita' ?
Gentile Casali (Ivaldo e' un nome bellissimo, ma richiama a un'epoca aristocratica di borghesia, che purtroppo la comunicazione sputtanesca, ha infangato), dicevo che il Conad […]
Questi politici pagati da noi cittadini, che dovrebbero curare i nostri interessi, diventano i nostri nemici. E poi si stupiscono che ci vada sempre meno