Test a operatori sanitari, riparte il dialogo

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In Emilia-Romagna è ripartito il dialogo con i sindacati della sanità: l’obiettivo, ribadito dalla stessa Regione, è quello di continuare a garantire agli operatori sanitari i test periodici di controllo anti-Covid, almeno fino al termine della fase di emergenza sanitaria proclamata dal governo – attualmente in vigore fino al prossimo 31 marzo, ma che potrebbe anche essere ulteriormente prorogata.

Questo orientamento è stato confermato dall’assessore regionale alle politiche per la salute Raffaele Donini durante la riunione tra lo stesso assessore, le strutture assessorili della Regione, i direttori generali delle aziende sanitarie e i sindacati del comparto sanitario. Nel corso dell’incontro è stato sottolineato come non esista al momento alcun atto nazionale che sospenda o preveda di sospendere i test anti-Covid di controllo per il personale sanitario.

In particolare l’assessore Donini ha reso nota la comunicazione arrivata da Domenico Mantoan, direttore generale di Agenas, l’Agenzia nazionale per le politiche sanitarie regionali: “Le confermo che in quasi tutte le Regioni e nelle aziende sanitarie continuano a essere attivi protocolli per lo screening degli operatori sanitari basati sui test periodici (tampone) e finalizzati a contenere la diffusione del contagio Covid”. Inoltre, si legge ancora nella lettera, “sentito il presidente dell’Istituto superiore di sanità prof. Brusaferro, informo che non ci sono al momento indicazioni nazionali diverse da quanto stabilito nel Rapporto Covid 4/2021 di tale istituto, datato 13 marzo 2021 (“in questo momento di rapida evoluzione delle conoscenze si suggerisce di non modificare i programmi di screening riducendo la frequenza dei test”) e ciò dovrebbe perdurare sino al termine del periodo di stato di emergenza”.

“Ci avviamo a una nuova fase dell’epidemia”, ha sottolineato l’assessore Donini, “ma è opinione largamente condivisa che la sicurezza di chi lavora ogni giorno negli ospedali e nelle strutture sanitarie regionali, e quella dei pazienti più fragili, debba venire al primo posto. Così come restano necessarie unità e corrette relazioni sindacali nel momento in cui dovremo sempre di più recuperare la programmazione ordinaria delle prestazioni sanitarie e realizzare gli investimenti contenuti nel Pnrr. Ancora una volta auspichiamo un fronte comune tra Regione e sindacati affinché da parte dello Stato vi sia il pieno riconoscimento delle spese Covid sostenute dalle Regioni, non ancora garantito al cento per cento. Detto che non intendiamo certo arretrare sul contrasto al virus, a partire dalla campagna vaccinale”.

Di quanto emerso si terrà conto già a partire dalla prossima riunione della cabina di regia emiliano-romagnola sul Covid. Saranno le aziende sanitarie a definire le modalità di effettuazione dei tamponi, dando la priorità agli operatori sanitari che lavorano nei reparti occupati dai malati più fragili e immunodepressi ed estendendo poi eventualmente lo screening anche al resto del target sanitario, magari su base volontaria.